Regolamento imballaggi: trovata l’intesa in Europa

Ok al calo dei rifiuti da packaging, ma previste deroghe di 5 anni per gli Stati Ue. Vietate le buste di plastica leggere e i contenitori monouso per frutta e verdura

Riccardo Cavanna, presidente di Ucima, e Vannia Gava, viceministra all’Ambiente e Sicurezza Energetica

Riccardo Cavanna, presidente di Ucima, e Vannia Gava, viceministra all’Ambiente e Sicurezza Energetica

Bologna, 5 marzo 2024 – Il Consiglio europeo e il Parlamento Ue alla fine hanno raggiunto l’accordo sul regolamento degli imballaggi. Regolamento che in questi mesi ha tenuto con il fiato sospeso la ’Packaging Valley’, dove Bologna fa la parte del leone, tra scontri e trattative. Ciò che è emerso dal trilogo (procedura negoziale tra Parlamento, Commissione e Consiglio dell’Ue) dopo che l’Italia aveva votato contro, conferma la richiesta di un calo dei rifiuti da imballaggio del 5% entro il 2030, del 10% nel 2035 e del 15% entro il 2040. Gli Stati membri potranno, però, concedere una deroga di cinque anni a tali requisiti a determinate condizioni. L’accordo ( provvisorio, in attesa dell’adozione formale da parte di entrambe le istituzioni) e prevede che saranno vietati dal 2030 alcuni formati di imballaggi in plastica monouso per frutta e verdura fresca non trasformata, alimenti e bevande riempiti e consumati in bar e ristoranti, porzioni individuali (condimenti, salse, panna, zucchero), e prodotti in miniatura per i prodotti da toilette negli alberghi. Gli eurodeputati hanno garantito il divieto delle borse di plastica molto leggere (sotto i 15 micron). Per prevenire effetti negativi sulla salute, il Parlamento ha ottenuto l’introduzione di un divieto sull’uso delle cosiddette “sostanze chimiche per sempre” negli imballaggi a contatto con gli alimenti. Fissato un obiettivo per gli imballaggi riutilizzabili per bevande alcoliche e analcoliche entro il 2030 (almeno il 10%). I distributori finali di bevande e cibi da asporto nel settore della ristorazione sarebbero obbligati a offrire ai consumatori la possibilità di portare il proprio contenitore. "Siamo stati capaci di fare gioco di squadra e gran parte delle posizioni del Parlamento Ue sono state accolte nell’accordo finale", dice l’europarlamentare Pd Paolo De Castro.

Dal fronte industriale, resta cauto Riccardo Cavenna, presidente di Ucima: "È stata importante la pressione fatta dalle istituzioni italiane per modificare una proposta di regolamento che avrebbe fatto fare un salto indietro alla cultura della sostenibilità". "L’Italia si è spesa con proposte di valore per far sì che vincesse un approccio pragmatico", le parole della viceministra ll’Ambiente e Sicurezza Energetica Vannia Gava poco prima del termine del trilogo.

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