
Marcello Abbondanza, di Cesenatico, è il coach delle Pink Spiders, di Incheon, i Ragni Rosa di una delle città prossime alla capitale della. Corea del Sud
Mentre a Cesena si pranza, in Corea del Sud, nella zona dell’aeroporto di Seul, si brinda. Si brinda a un successo pallavolistico che anche il nostro territorio merita di celebrare, visto che la firma nella vittoria del campionato di pallavolo femminile della squadra delle Pink Spiders di Incheon, i Ragni Rosa di una città prossima alla capitale, è quella del coach cesenaticense Marcello Abbondanza.
"E’ notte – raccontava nel nostro primo pomeriggio il tecnico romagnolo – e sono qui col mio staff davanti alla televisione a festeggiare la matematica vittoria del torneo con sei gare d’anticipo. E’ stata una grande stagione, che però non è ancora conclusa, visto che ora l’obiettivo si sposta sulla conquista della Champions League. Vogliamo il bis!".
Vittoria con ampio margine. "E’ stato un campionato esaltante, ma anche altalenante. Eravamo partiti fortissimo, centrando 15 vittorie nelle prime 15 partite. Poi l’infortunio a una nostra atleta di riferimento, l’unica straniera in squadra, ci ha mandato fuori giri. Abbiamo perso una serie di gare, poi abbiamo aggiunto una nuova atleta e ci siamo ritrovati, inanellando altri 11 successi consecutivi, l’ultimo dei quali è arrivato martedì 25 febbraio. Le nostre avversarie dirette, seconde in classifica, giocavano il giorno successivo (ieri, ndr) e così noi abbiamo trascorso la serata davanti alla tv, a vedere come andava".
E’ andata benissimo. Per voi… "Hanno perso e ora sono a -16, con 15 punti in palio. E’ un successo meritato, che ci stiamo godendo, tenendo però i piedi per terra, perché ora ci aspetterà la Champions League, sfida tra noi e la vincente di uno spareggio tra seconda e la terza qualificata. In questo caso si giocherà al meglio delle cinque gare".
Un giudizio sulla sua esperienza? "Estremamente positivo. Sono qui da poco più di due anni. Mi sono presentato vincendo il torneo subentrando al mio predecessore quando la squadra era seconda. Quello attuale invece è un successo costruito in maniera più compiuta, partendo dall’inizio e con un gruppo radicalmente rinnovato. Sportivamente parlando dunque è stato il massimo, mentre per quanto riguarda l’ambientamento in un modo radicalmente diverso dal nostro, non è stato facile. Ci sono davvero tantissimi approcci che non fanno parte della nostra mentalità, che sono imprescindibili per relazionarsi con le atlete come con chiunque altro. Mi è servito tempo".
Ha viaggiato tanto... "La Corea del Sud è la nona nazione nella quale mi sono trovato ad allenare. In ognuna ho vinto qualcosa".
Una scelta di vita non semplice. "Certo. Ma fortemente voluta. Non rimpiango niente, perché in ogni posto in cui sono stato ho imparato qualcosa di nuovo e raccolto tante soddisfazioni". La famiglia? "E’ fantastica, mi ha sempre seguito. Ed è stato fondamentale. Anche se con le figlie che crescono mi rendo conto che prima o poi dovrò cercare un po’ più di stabilità".
In Corea? "Vedremo. Il mio contratto è in scadenza, ho ricevuto altre proposte molto interessanti che voglio valutare. E poi qui l’estate è fatta di lavoro febbrile. E a me manca la spiaggia della ‘mia’ Cesenatico".
Allenare in Italia? "No. Amo l’Italia, ci sono passione, talento e risultati, ma non l’ambiente nel quale mi piace lavorare. Credo che l’Italia e la Turchia siano le due nazioni più quotate oggi, a livello di club. In Turchia tornerei ad allenare volentieri. All’Italia per il momento non penso. Sotto il profilo lavorativo, ovviamente. Perché il cuore è e resterà sempre a casa. A Cesenatico".
Luca Ravaglia