
Il relatore degli incontri è Elvis Mazzoni, professore associato in piscologia dello sviluppo e dell’educazione nel Campus di Cesena
Bambine e bambini verso un futuro sempre più digitale. Al via un ciclo di incontri dedicato al rapporto tra i più piccoli e la tecnologia rivolto alle famiglie del Terzo Circolo Didattico: stasera e il 13 marzo alle 20.30 nei locali della scuola dell’infanzia Carducci. Relazionerà Elvis Mazzoni del Dipartimento di Psicologia dell’Università di Bologna, che ha alle spalle una lunga esperienza sul tema. Qualche mese fa alcuni pedagogisti hanno lanciato una petizione al Governo per vietare lo smartphone e i social network ai minori di 14 e 16 anni. Diversi Paesi ne stanno discutendo sulla scia dell’Australia che ha fatto da apripista. "Sono assolutamente contro il proibizionismo ma per l’educazione - afferma Elvis Mazzoni, professore associato in Psicologia dello sviluppo e dell’educazione -. Queste tecnologie possono dare tantissimo, certo sono da governare. Si pensi all’intelligenza artificiale, uno degli strumenti più potenti creato dagli esseri umani, che se utilizzata bene può fare cose mirabolanti". Da un lato i dispositivi digitali offrono opportunità educative e di crescita, dall’altro un uso eccessivo o inadeguato porta non pochi rischi: esposizione ai dati sensibili, cyberbullismo, sexting, fino al fenomeno degli hikikomori (coloro che si chiudono in un ambiente virtuale). In tutto questo le famiglie rivestono un ruolo cruciale.
"Per i 12enni, quando il gruppo dei pari diventa più importante delle relazioni familiari, con il desiderio di autonomia che culmina nell’adolescenza, è ovvio che avere uno smartphone e un’identità digitale diventa più affascinante – prosegue -. Prima non ha alcuna utilità, eppure è diventato di prassi regalare lo smartphone non più alla cresima ma già alla comunione. Alcuni lo fanno per controllare i figli, ma è uno sbaglio. Vedo crescere una generazione di giovanissimi sempre meno indipendente, ma uno degli elementi cardine dello sviluppo è proprio l’errore". Proprio i genitori hanno spesso un atteggiamento ambivalente. "Da un lato vorrebbero che i figli si liberassero dello smartphone, però non troppo perché non vogliono togliergli il collare che gli hanno messo addosso – sottolinea -. I ragazzi vivono in un mondo in cui la loro libertà è regolata dal parental control, family locator, registro elettronico, chat genitoriali. Se non gli diamo fiducia come fanno a generare autostima? Oggi non è difficile fare i genitori, è difficile fare i figli". La socialità non passa più, come in passato, esclusivamente per i luoghi di aggregazione. "La tecnologia dà la sensazione della giusta distanza nelle relazioni, mentre quelle in presenza non sono controllabili. Però siamo oberati da una sovrabbondanza di richiesta di interazioni che generano dovere e ansia – conclude Elvis Mazzoni -. Stiamo andando incontro a una fase di ‘minimalismo digitale’, con l’uso di questi strumenti solo quando necessario e caratterizzati da funzioni che si sbloccano in base all’età. Il ruolo che dovranno avere in futuro la famiglia e la scuola sarà quello di abituare i giovanissimi al pensiero critico: distinguere le informazioni vere da quelle false".