MADDALENA DE FRANCHIS
Cronaca

La bomba d’acqua: "Il grano schiacciato da 96mm di pioggia"

Le forti precipitazioni di lunedì nella zona di Sogliano e Roncofreddo hanno provocato danni alle coltivazioni e compromesso il raccolto

Cesena, 25 maggio 2024 – Il maltempo che si è abbattuto sulla Romagna, in particolare nell’ultima settimana, ha provocato danni ingenti a frutteti, vigneti e campi di frumento e cereali. E ha messo una seria ipoteca su un raccolto che, finora, gli operatori si erano spinti a definire ‘promettente’. A lanciare l’allarme, nei giorni scorsi, è stata Coldiretti: il tentativo di tracciare una conta dei danni – ha fatto sapere la sezione Emilia-Romagna, per bocca del suo direttore Marco Allaria Olivieri – si sta rivelando complesso e quasi impossibile, a causa del perdurare delle precipitazioni atmosferiche di elevata intensità.

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In provincia, le zone più colpite sono state quelle di collina, tra Sogliano al Rubicone, Montetiffi e Roncofreddo: qui, lunedì scorso, si sono rovesciati in poche ore ben 96 mm di pioggia, che hanno completamente allettato il grano e compromesso il raccolto. Mai come in questo caso è azzeccata la massima ‘Piove sul bagnato’: questi territori stanno facendo ancora i conti, infatti, con le conseguenze a lungo termine dell’alluvione di un anno fa, le cui cicatrici sono ancora ben visibili se ci si inoltra tra i campi.

A sinistra Gabriele Graffieti, a destra Norberto Venturi
A sinistra Gabriele Graffieti, a destra Norberto Venturi

E dire che finora ci era andata bene – mormora Gabriele Graffieti, titolare di un’azienda agricola tra le più estese della zona, specializzata nella coltivazione di grani antichi e varietà autoctone di creali e leguminose –. Ormai dovremo farci l’abitudine, per noi agricoltori il cambiamento climatico resta l’unica certezza". È demoralizzato anche Norberto Venturi, titolare di un’azienda agricola a Montetiffi e consigliere della sezione di Sogliano per Coldiretti. "La pioggia caduta lunedì – spiega – ha eroso la terra ai piedi delle colture (in particolare, porro, cipolla, rucola, rape), lasciandole scoperte. Altre colture, come il grano e i seminativi, si sono allettate: le precipitazioni così abbondanti le hanno schiacciate. Non avevamo ancora fatto in tempo a riprenderci dall’alluvione – responsabile della perdita di oltre il 60% del raccolto 2023 - che siamo di nuovo qui a contare i danni".

Un anno fa l’alluvione, ora i temporali violenti: alla luce del cambiamento climatico, maggio non è più il mese primaverile cui eravamo piacevolmente avvezzi. "In realtà, in Romagna la primavera non è stata particolarmente piovosa – obietta Venturi – semmai ventosa: proprio il vento forte e ostinato ha creato diversi problemi, sia alla maturazione delle colture (già ‘disorientate’ dall’eccessivo caldo invernale), sia per l’ulteriore diffusione di malattie e agenti patogeni". Venturi sostiene, infine, che la sola possibile arma di difesa contro avversità atmosferiche devastanti e difficilmente prevedibili è rappresentata dalle assicurazioni. "Trovo incredibile – dice – che le polizze assicurative in grado di coprire i danni da calamità naturali siano, mediamente, così costose. L’assicurazione dovrebbe diventare un servizio integrativo, fornito dalle istituzioni nazionali o europee agli agricoltori. Fare il nostro mestiere in queste condizioni è diventato impossibile".