Camera di commercio, un mese per decidere

Nel risiko tra le associazioni interviene la ripartizione dei seggi da parte della Regione. Scontro tra i commercianti e gli artigiani

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di Fabio Gavelli

Trenta giorni per fare l’accordo che porterà al più lungo e travagliato rinnovo degli organi della Camera di commercio della Romagna (Forlì-Cesena e Rimini). L’altro ieri il governatore Stefano Bonaccini ha firmato il decreto che attribuisce ai vari settori economici il numero dei seggi del consiglio. Ne avranno 4 l’artigianato, il commercio e i servizi alle imprese; tre l’industria e il turismo; uno ciascuno l’agricoltura, la cooperazione, i trasporti, il credito e l’assicurazione.

A questi 22, espressione delle associazioni di categoria, si aggiungono i tre in rappresentanza di sindacati, associazioni dei consumatori e professionisti. Quesi ultimi hanno già indicato il loro esponente in Maria Teresa Bonanni, presidente dell’ordine provinciale dei consulenti del lavoro.

Dai numeri risulta chiara la necessità di un’intesa per la scelta del presidente. Per raggiungere la maggioranza, occorre che più settori stringano un’alleanza. Il complesso iter che è in corso da mesi ha portato a identificare la suddivisione dei seggi, che riproduce il peso – in termini di imprese iscritte alla Camera – delle associazioni economiche.

Il primo problema? Individuare le persone fisiche, i consiglieri. Un esempio: il turismo dispone di 3 posti, ma le associazioni – considerando Forlì, Cesena e Rimini – sono ben 11. Questo lavoro dovrà essere fatto entro il 9 aprile. A quel punto, una volta nominati i consiglieri ed effettuate le verifiche delle compatibilità dalla Regione – l’assessore competente è Vincenzo Colla (nella foto) – nel giro di qualche settimana si procederà a indire la prima riunione, che avrà all’ordine del giorno l’elezione del presidente e del vice.

Anche in questo caso, i tempi non sono lunghi perché gli organi attuali sono scaduti il 19 dicembre scorso, ma regolarmente in carica per sei mesi da quella data. Ciò significa che l’accordo per la presidenza dovrà andare in porto entro il 18 giugno, altrimenti la Camera di commercio sarà commissariata.

Già in queste ore non mancano le discussioni. Esistono infatti titolari di piccole attività commerciali, di imprese industriali, oppure attive nel ramo turistico che sono associati alle sigle dell’artigianato. E fra i tre seggi che spettano in quota al settore ’Industria’ probabilmente uno andrà ad appannaggio di rappresentanti di Cna o Confartigianato. Per qualcuno è una fedele fotografia della rappresentanza, per altri una specie di ’invasione di campo’.

Mai, in passato, era accaduto che fosse così difficile scegliere il presidente; non solo la riforma ha imposto meno seggi, ma la Camera si è ampliata, abbracciando anche Rimini.

Nei giorni scorsi la Confcommercio di Forlì, Cesena e Rimini ha abbandonato il tavolo della piccola-media impresa, in polemica con gli artigiani e la Confesercenti. La rottura è avvenuta sui nomi: in lizza c’erano Augusto Patrignani, presidente di Confcommercio Cesena e Giancarlo Corzani, direttore di Confesercenti Forlì. Non si è giunti a un candidato comune e dunque prendono quota le chance di Carlo Battistini, consulente d’impresa, ex vicesindaco di Cesena. Un profilo che sarebbe gradito al mondo artigianale, a Confindustria e alla cooperazione.