REDAZIONE CESENA

Cimice asiatica: ecco la trappola per catturarla

Gli insetti stanno creando problemi alle coltivazioni: "La frutta è già pronta, non è possibile intervenire con trattamenti specifici"

Cimice asiatica: ecco la trappola per catturarla

Cesena, 22 ottobre 2022 - Nelle case si vede soprattutto ora, con l’arrivo dell’autunno, ma nei campi ha creato problemi già da mesi agli agricoltori di tutto il territorio. Da ormai tre anni, la cimice asiatica è diventata uno sgraditissimo ospite non invitato che sta creando un crescente numero di problemi agli agricoltori cesenati, costretti a dire addio anche al 30% dei loro raccolti a causa dei danni causati da un insetto diventato infestante e che (un po’ come è successo in tema di zanzare con la ‘tigre’) ha in pratica soppiantato la specie ‘nostrana’, che era molto meno problematica.

Davide Cacchi mostra una cimice: gli insetti asiatici stanno daneggiando le coltivazioni
Davide Cacchi mostra una cimice: gli insetti asiatici stanno daneggiando le coltivazioni

Le ‘intruse’ si riconoscono subito per via del loro colore scuro, ben diverso dal verde delle cimici di casa nostra e a partire dalla fine di maggio cominciano a banchettare sulle coltivazioni ormai sul punto della raccolta: "Basta pochissimo – commenta Davide Cacchi, socio Confagricoltura, che coi suoi terreni coltivati fiancheggia il fiume Savio all’altezza di Martorano – e il danno è fatto, perché il frutto si danneggia immediatamente e quando va bene diventa di seconda scelta e quando va male, purtroppo spesso, è direttamente da buttare".

Visto che la frutta è già pronta per la raccolta, non è possibile intervenire con trattamenti specifici e dunque le armi a disposizione degli agricoltori sono ben poche. In cima alla lista in termini di efficacia c’è la copertura di tutti i filari con reti come quelle adottate per tenere a bada le intemperie e che arrivino fino al terreno, ma che comportano investimenti di svariate decine di migliaia di euro per ogni ettaro.

Ma c’è anche chi, come Cacchi, si ingegna cercando soluzioni fai da te: "Abbiamo realizzato una trappola per cimici – racconta, illustrando la sua creazione – che in pratica consiste nel collocare una pellicola adesiva del costo di circa 150 euro sotto a un diffusore di feromoni che attirano le cimici. Gli insetti rimangono impigliati e poi cadono nella vasca sottostante, che abbiamo riempito di acqua e sapone di Marsiglia. In questo modo ne catturiamo a centinaia. Anche in questo caso il costo non è irrisorio, ma nessuno ci riconosce alcun contributo per un tipo di intervento che giova certamente anche all’ambiente. Sarebbe importante che le associazioni di categoria insistessero sui tavoli regionali e nazionali per segnalare un problema che la politica non può ignorare, tanto più che da anni nel mondo dell’agricoltura piove sul bagnato e i problemi continuano a sommarsi, in modo ormai insostenibile".

La gravità della questione è confermata da un altro socio di Confagricoltura, in questo caso Lorenzo Bellagamba, che a Montereale è costretto a convivere con lo stesso tipo di problema: "Lo scorso anno – spiega – era stata concessa in deroga la possibilità di effettuare trattamenti di agrofarmaci per debellare gli insetti, che nel 2022 non sono stati confermati. Il risultato è stato un forte incremento dei danni che nel nostro caso ha riguardato prima di tutto le ciliegie. Riguardo a questi giorni, il problema è sui cachi, ma ogni frutto è esposto. Le conseguenze sono molteplici: intanto serve molto più tempo e molto più lavoro per selezionare il prodotto perché basta pochissimo a trasformare un’intera partita di prima scelta, in una di seconda. Con evidenti e significative ripercussioni sui compensi riconosciuti. Il tutto senza dimenticare l’importante quantitativo di frutta che dopo essere stato ‘beccato’ deve semplicemente essere fatto cadere a terra. Il punto è che servono regolamentazioni chiare a favore di un settore che così è destinato a soccombere nei confronti della produzione extraeuropea, dove spesso sono concessi tipi di interventi da noi sorpassati da decenni. L’agricoltura di casa nostra non può essere abbandonata a se stessa: il prezzo sarebbe altissimo e lo pagherebbero tutti".