Infiltrazioni mafiose, interdetta l’attività di un locale di Cesenatico

E’ l’ultimo atto dell’operazione ‘Radici’ che un anno fa portò allo scoperto la presenza della ’Ndrangheta

Cesenatico, 8 dicembre 2023 – Un locale di Cesenatico è stato sottoposto ad una misura interdittiva per infiltrazioni mafiose. A comunicarlo – senza fornire alcun particolare – è stata ieri la Prefettura di Forlì-Cesena.

Con questo provvedimento la società che gestisce l’attività è esclusa dal rinnovo della licenza e dalla possibilità di avere altri rapporti con la pubblica amministrazione, come appalti, autorizzazioni, finanziamenti pubblici e rapporti contrattuali.

Le indagini sul territorio nell’ambito della complessa indagine sull’attività di gruppi legati alla criminalità organizzata sono stati condotti dalla Tenenza di Cesenatico della Guardia di Finanza
Le indagini sul territorio nell’ambito della complessa indagine sull’attività di gruppi legati alla criminalità organizzata sono stati condotti dalla Tenenza di Cesenatico della Guardia di Finanza

È questo l’ultimo atto sul territorio dell’operazione "Radici", che poco più di un anno fa portò alla scoperta di un tentacolo della ‘Ndrangheta calabrese, che si era insediato in riviera. A scoprirlo furono gli uomini della Guardia di Finanza. Tra i malavitosi finiti nella rete dell’operazione "Radici" c’era un uomo oggi 52enne, nato a Bologna e ufficialmente residente a Cesenatico, che era stato fermato per i reati di estorsione, minacce, intermediazione illecita, sfruttamento del lavoro e agevolazione di organizzazioni mafiose.

Secondo le indagini condotte dalle Fiamme Gialle l’uomo, che risultava essere il rappresentante legale di alcune imprese di pulizie, in realtà sarebbe legato al clan dei Piromalli.

Nella sua abitazione i finanzieri sequestrarono 100mila euro in contanti e orologi di valore. Le indagini condotte negli ultimi cinque anni hanno di fatto tolto il coperchio su una pentola dove bollivano parecchie cose sospette.

Nel 2018 in riviera era stata infatti notata la presenza di alcuni imprenditori calabresi, i quali avevano acquistato aziende importanti. Nella sola Cesenatico si parla di un ristorante nuovo in viale Carducci, un albergo in posizione centrale, un bar pasticceria, un bar nella zona di Ponente e un altro pubblico esercizio.

Dietro questi affari c’era Francesco Patamia, oggi 35 anni e in precedenza candidato alla Camera nelle ultime elezioni con la lista Noi Moderati a Piacenza, il quale assieme ai soci condusse le trattative per acquisire le attività tramite la Sp Group, una società con sede a Milano. Patamia poi si trasferì altrove e lasciò sul posto un suo uomo di fiducia, appunto il 52enne residente a Cesenatico, nei confronti del quale l’Autorità giudiziaria ordinò l’obbligo di dimora.

Quest’ultimo ha una compagna che era titolare di due bar ed una pasticceria, ma la donna non risulta coinvolta in questa indagine.

I rumors arrivarono alle forze dell’ordine e le indagini della Guardia di Finanza hanno consentito di collocare queste compravendite ed i movimenti strani nell’acquisto e nelle cessioni delle aziende, nell’ambito delle indagini successivamente condotte a livello nazionale dalle Fiamme Gialle del Gico, i Gruppi d’investigazione sulla criminalità organizzata, e dal Scico, il Servizio centrale di investigazione sulla criminalità organizzata, e la Dda di Bologna, che hanno portato nell’ottobre 2022 a 23 misure cautelari ed al sequestro di beni per un valore di 30 milioni di euro.

Sul territorio le indagini furono condotte dalla Tenenza Guardia di Finanza di Cesenatico e dal Commissariato polizia di Cesena.

Patamia rientra nell’elenco dei nomi accusati di associazione per delinquere, trasferimento fraudolento di valori, autoriciclaggio, bancarotta fraudolenta, usura, lesioni personali, minacce ed estorsione.

Nell’operazione il grosso dell’attività e la maggior parte degli arresti erano stati effettuati a Torino, Milano e in Calabria.

Cesenatico in questa vicenda è marginale, rappresenta appunto un piccolo tentacolo dell’associazione mafiosa, che è stato reciso.