REDAZIONE CESENA

"Ivan! Ivan! Urlava il mio nome, mi sembra di sentirla"

Vastano era insieme alla pilota. Racconta i momenti dell’incidente e promette: "Volerò ancora in memoria di Elisa"

"Ivan! Ivan! Mi chiamava, non me lo tolgo dalla testa". Si scioglie in lacrime, piegandosi in due. Quella richiesta di aiuto della sua Elisa risuona nella testa come un’ossessione. Fa male. Soltanto una dose di calmante, dopo essere stato lunedì sera fino alle 22.30 al pronto soccorso delle Scotte scioccato dal dolore per la tragedia, ha consentito a Ivan Vastano di riposare qualche ora. Occhi rossi, il pilota della mongolfiera che ha perso la compagna nell’incidente a Bibbiano, si mette a sedere davanti ad una tazzina di caffè. Finirla è un’impresa, mangiare poi non se ne parla. Continua a disperarsi anche se l’affetto di Serena Lippi, che con il marito Sergio Mattichi lo ospita, fa bene al cuore.

"Lei aveva comprato un biglietto da un’altra compagnia prima di conoscere me senza riuscire a volare per svariati motivi. Il primo insieme lo ricorderò sempre. Fu un atterraggio forte, la proprietaria del terreno voleva i soldi dell’erba medica rovinata, 300 euro. Mi metto d’accordo per 50, non andava bene. ’Eccone altre 20 ma ci lasci andare’, intervenne Elisa. Io l’avevo memorizzata come ’Elisa passeggera 20 euro da restituire’. Ci siamo innamorati, non era una cotta ma sentimento vero", racconta Ivan a sprazzi.

Riaffiorano flash della loro vita insieme. "Stavamo finendo di sistemare la casa a San Casciano. Ma tanto lei se lo sentiva – dice il pilota fissando fuori dalla finestra –, diceva ’Fai questa bella villa, ma non ci tornerò’. Non so perché lo ripetesse". Piange Ivan. Non sono lacrime e basta, è strazio. Racconta della passione per la mongolfiera di Elisa Agnoletti, soprattutto per Iside, la sua personale.

"Se l’era tatuata persino nel polpaccio insieme alla V del mio cognome". Ancora ricordi. Fanno male. "Le avevo affidato i miei figli. Sovente i turisti desiderano vedere due mongolfiere in volo per cui Elisa – prosegue – aveva portato la mia bambina. Pensare che mi aveva giurato, io faccio parapendio, che se avessi avuto un incidente avrebbe mandato avanti l’azienda insegnando a mio figlio come tirarla avanti".

"C’eravamo alzati presto lunedì, arrivando a buio in località Piana, nel Senese. Siamo partiti verso le 6.40. Un’oretta di volo, siamo passati sopra un laghetto, poi Bibbiano e Borgo Finocchieto dove abbiamo fatto un bellissimo atterraggio. Nella sua mongolfiera, che poteva portare 7 persone erano in quattro più lei, il resto della stessa famiglia americana, tre componenti, volavano con me sull’altra. Ivan! Ivan!...".

Il racconto è spezzato dall’urlo di dolore improvviso del pilota. La mente torna alla tragedia. "I primi 5-10 secondi in aria le gridavo ’lasciala, lasciala’, poi era oltre 10 metri allora ’stringi, amore! stringi non mollare!". Piange ancora. Poi aggiunge: "Mi ha dato una bella immagine il Signore, che si è aperta in quel momento una tenda e me l’ha presa", dice in trance come se intorno non ci fosse nessuno. Promette ad un amico che tenta nell’ardua impresa di confortarlo: "Volerò per Elisa. Tragedie come questa non devono più accadere, quando tutto sarà concluso e si capirà di più, organizzerò corsi e attività perché incidenti così non si ripetano", annuisce fra le lacrime.

"Ti faccio vedere le foto", dice subito dopo scorrendo sul telefono anni di vita insieme. Tenerezza, gioia, scherzi, passione. La mongolfiera, che li ha uniti e ora divisi per sempre.

Laura Valdesi