
La crisi dei quartieri: "Identificare le cause e ripensare i consigli per renderli efficienti"
Nel finale di legislatura è scoppiata la polemica sul ruolo e soprattutto sull’efficacia dei consigli di quartiere. Dalle fila dell’opposizione si lamenta uno svuotamento dei poteri degli organi di partecipazione sul territorio, paventando anche l’ipotesi che l’amministrazione comunale di centrosinistra voglia smantellarli. Il Partito repubblicano, alleato di giunta del Partito democratico, evidenzia che la crisi della partecipazione viene da lontano ed è un fenomeno nazionale e ormai istituzionale. Il Pri pare riporre ancora fiducia in questo strumento, ma ne riconosce gli evidenti limiti e auspica quindi modifiche per rinnovare.
I consigli di quartiere già aboliti a livello nazionale per le città sotto 250mila abitanti, sono stati reintrodotti a Cesena nella forma attuale.
"La vicinanza tra amministrazione e cittadini che incentiva i consigli circoscrizionali a ‘sentire’ le esigenze dei cittadini più di quanto avvenga a livello comunale – afferma Romano Fabbri per la Consociazione del Pri di Cesena – può giustificare anche nei comuni inferiori ai 100.000 abitanti come Cesena la istituzione facoltativa dei quartieri. Tuttavia, si tratta sempre di una forma di partecipazione indiretta, mediata dagli organi elettivi, con tutto quel che ne consegue, sia per la difficoltà nel concretizzare il coinvolgimento (con assemblee spesso deserte o ‘presidiate’ da gruppi organizzati a seconda dell’interesse afferito), sia per la limitatezza insita agli strumenti di cui i rappresentanti-Consiglieri dispongono (con pareri, obbligatori o facoltativi che siano, declinati come indicazioni politiche non vincolanti, nonché con ordini del giorno che si traducono in generici inviti all’amministrazione comunale)".
"Da una analisi più approfondita del semplice malcontento – conclude Fabbri – affiorano con chiarezza alcuni fattori i quali, nel corso del tempo, hanno minato drasticamente l’efficienza, la conformazione e la stessa ragion d’essere dei quartieri; fattori, questi, dalla cui analisi accurata bisogna prendere le mosse per le prospettive di riorganizzazione, nonché le forme più innovative di ripensamento dell’istituto".