ELIDE GIORDANI
Cronaca

Laboratorio Ausl, caccia ai virus: "Hmpv, indaghiamo da quattro mesi. Ma finora non lo abbiamo trovato"

Il professor Vittorio Sambri ridimensiona l’allarme per il virus identificato su un paziente in Grecia "Lo conosciamo da 35 anni. Non ha mai dato sintomi importanti. Pericoloso solo per immunodepressi".

Il Laboratorio analisi dell’Ausl a Pievesestina (foto Luca Ravaglia)

Il Laboratorio analisi dell’Ausl a Pievesestina (foto Luca Ravaglia)

A cinque anni dalla pandemia che ha terrorizzato il mondo ogni pur vago affacciarsi di un "nuovo" virus fa il giro del pianeta in un respiro. Siamo tutti fuori di testa o il metapneumovirus umano (Hmpv), inchiodato in Grecia su un paziente già problematico, sta affilando i denti? "Qualcuno fuori di testa c’è visto che le spara grosse", è come sempre lapidario e ironico il professor Vittorio Sambri, microbiologo, direttore del laboratorio analisi di Pievesestina, l’hub di sequenziamento di tutte le malattie infettive della regione Emilia-Romagna.

Ma a Pievesestina si fanno ricerche per verificare la presenza del virus Hmpv? "Analizziamo e classifichiamo tutti i materiali di origine respiratoria come i tamponi nasali e orofaringei, ma di metapneumovirus, in questi ultimi quattro mesi, non ne abbiamo visti".

In Italia però è presente. "Certo che c’è, ma non ha nulla di nuovo. E’ un virus che conosciamo da 35 anni e non ha mai dato sintomi importanti da un punto di vista clinico. E’, però, un virus capace di indurre malattie delle alte vie, dal raffreddore, alla faringite, alla bronchite, soprattutto nell’età pediatrica e in quella avanzata. Ma non ha una mortalità rilevante se non in pazienti che abbiamo altre patologie concomitanti e uno stato di immunodepressione. In questi casi ogni affezione può innescare un problema serio: ricordiamoci che prima del Covid si stimavano in Europa circa 70 mila morti all’anno per influenza".

E’ possibile che qualcuno di noi se lo sia beccato ma non se ne sia accorto? "Sì, è possibile. Tutte le malattie respiratorie febbrili e non, che ci accompagnano dai primi febbri fino a marzo, comprendono diversi agenti causativi, molto simili tra loro, tra i quali c’è sicuramente anche il metapneumovirus".

Ma ce ne accorgiamo se invece dell’influenza stagionale abbiamo il metapneumovirus? "No. Ci rendiamo conto soltanto che abbiamo una forma di affezione respiratoria, che può dare un po’ di affanno di respiro se c’è interessamento bronchiale, che di solito si risolve da sola nel giro di 5 o 7 giorni. Se non ci fosse qualcuno che dice ‘accidenti abbiamo trovato il metapneumovirus’ nessuno si preoccuperebbe. L’influenza è molto più patogena".

Ecco, l’influenza stagionale: com’è l’andamento? "Sta aumentando in maniera molto consistente negli ultimi sette giorni". Stiamo raggiungendo il picco dei contagi? "Non ancora. Comunque la diffusione in Romagna rispecchia la curva che pubblica periodicamente il Ministero della Sanità. L’unica differenza e che noi ci aggiorniamo in tempi più brevi".

Ha caratteristiche particolari quest’anno? "I virus che stiamo isolando sono nella norma,e sono coperti dal vaccino. La diversità sta nel fatto che è cominciata un po’ in ritardo, anche per l’eredità di norme igieniche che ci ha lasciato la lotta al Covid, e solo ora è partita in maniera consistente e sta aumentando. Ciò che deve preoccuparci tuttavia è che ci sono , negli Stati Uniti, diversi casi di aviaria".

Ci manca solo l’aviaria. "Infatti dà effetti molto più severi, anche in soggetti ragionevolmente sani. Fortunatamente, ad oggi, fatica a fare il salto di specie, ossia dai volatili, ai mammiferi e all’uomo, ma recentemente ce l’ha fatta. Nessun allarmismo tuttavia, ma qualche ragionamento in più".