Maestra violenta in classe, maltrattamenti filmati a scuola: Cesenatico sotto choc

La docente ha 63 anni ed è di Forlì. Il sindaco Gozzoli: "Comportamento intollerabile, sono amareggiato. L’unica nota positiva è che a denunciare il fatto sia stata una collega"

I fatti si sono verificati in una scuola elementare di Cesenatico. La maestra è forlivese

I fatti si sono verificati in una scuola elementare di Cesenatico. La maestra è forlivese

Cesena, 29 marzo 2024 – Il caso della maestra arrestata a Cesenatico con la pesante accusa di aver picchiato e maltrattato un bambino di 7 anni, ha destato parecchio scalpore e colpito fortemente l’opinione pubblica. La maestra coinvolta è una 63enne: è nata e tuttora residente in un paese del Forlivese ed è accusata di maltrattamenti, violenza aggravata e abuso dei mezzi di disciplina. Al momento resta ai domiciliari nell’abitazione dove ha la residenza; nella mattinata odierna si tiene a Forlì l’udienza di convalida del fermo. A seguire inizierà l’iter per fissare la prima udienza del processo per maltrattamenti, violenza aggravata e abuso dei mezzi di disciplina.

Intanto ieri a Cesenatico non si parlava d’altro ed in molti ci hanno contattato per avere maggiori dettagli, che non possiamo e soprattutto non vogliamo fornire, per proteggere l’identità del piccolo e garantire la privacy a lui che è la vittima e anche alla sua famiglia. Il sindaco di Cesenatico Matteo Gozzoli, anch’egli visibilmente colpito, commenta così l’episodio: "Sono molto triste e amareggiato per quello che è successo in una scuola del nostro territorio. Non posso che condannare il comportamento di questa maestra che si è macchiata di un fatto grave, scorretto e vile. Lavoriamo da anni per il sostegno e la tutela di tutti i cittadini con disabilità, ancora di più se si tratta di bambini, ed è inaccettabile quello che è successo. Sono vicino alla famiglia di questo bambino che abbraccio calorosamente e spero di poter incontrare presto, perché Cesenatico è una comunità in cui fatti come questi non possono e non devono accadere. La scuola è un luogo di apprendimento, ma anche di calore umano e di accoglienza".

“L’unico spiraglio di luce in questa vicenda così cupa – aggiunge Gozzoli – è che a denunciare i fatti e a far partire le indagini sia stata una collega, segno che l’ambiente scolastico è sano, responsabile e in grado di difendersi da questi casi isolati. Sono in contatto continuo con il dirigente scolastico con cui c’è da sempre grandissima collaborazione. Ringrazio anche i carabinieri per l’efficacia del loro operato".

Nel frattempo si delineano i contorni dell’inchiesta, che fanno emergere il quadro di una storia molto triste, di cui si era iniziato ad avere dei sentori già negli ultimi mesi del 2023, quando lo scolaro aveva manifestato dei segni di disturbo. L’aspetto che emerge con forza ed è un buon segnale, sta nel comportamento delle colleghe, visto che sono state proprio le maestre ad informare i carabinieri che qualcosa non andava nei modi troppo duri di quella insegnante di sostegno.

La Procura della Repubblica di Forlì si è mossa immediatamente, affidando le delicate indagini ai carabinieri, che le hanno svolte utilizzando metodi tradizionali e apparecchiature sofisticate per effettuare intercettazioni ambientali e video all’interno della scuola. In quelle registrazioni si vede e si sente la maestra di sostegno di 63 anni comportarsi in modo aggressivo, con male parole, le mani addosso, schiaffi, tirate d’orecchie e strattonamenti. Ma si vedono e si sentono anche le conversazioni delle altre maestre che si sono accorte del comportamento non consono dell’indagata e si confrontano per farla desistere da tali azioni violente e inappropriate. Inoltre ci sono insegnanti che hanno visto con i loro occhi la 63enne strattonare e dare scappellotti allo scolaro disabile che si lamentava per il dolore. Ovviamente queste maestre lo hanno fatto presente all’indagata, la quale le ha sostanzialmente invitate a farsi gli affari loro e a non mettere becco sulla sua condotta educativa. Un altro aspetto che emerge è il comportamento della vittima, che era in evidente stato di disagio e di tensione con la maestra di sostegno, mentre era sereno con le altre insegnanti.