REDAZIONE CESENA

Piraccini escluso dalla giunta: "Eppure ho i titoli e anche i voti..."

Ivan Piraccini, funzionario della Polizia di Stato e ex assessore a Cesena, si ritrova per la terza volta primo degli eletti ma escluso dalla giunta. La sua lotta per essere ascoltato e rappresentare la comunità mette in luce le dinamiche del potere politico locale.

Piraccini escluso dalla giunta: "Eppure ho i titoli e anche i voti..."

Non è certo un fatto inedito che il primo degli eletti debba fare un passo di lato, anzi, indietro, a vantaggio di chi nella corsa elettorale gli è arrivato alle spalle. Il fatto è che per Ivan Piraccini, cesenate, funzionario della Polizia di Stato, più civico che politico, già assessore nella giunta Lucchi nel 2009 con deleghe alle politiche della sicurezza, polizia municipale e protezione civile, è già la seconda volta che succede. Lo strano caso del candidato Piraccini. Sarebbe un buon titolo per una commedia teatrale sulle dinamiche del potere e le sua giravolte. Piraccini, dopo quella prima volta sotto la bandiera di "Italia dei Valori" dell’ex magistrato Di Pietro in cui è arrivato primo tra gli eletti ed è entrato nella giunta, alla tornata successiva ha corso con la formazione civica dell’attuale vicesindaco Christian Castorri, "Semplicemente Cesena". Anche lì primo degli eletti, ma in giunta c’è andato Castorri e lui, certo non con animo pacificato, si è dimesso dal ruolo di consigliere comunale. Ed ecco ai giorni nostri: anche nella lista "Patto per Cesena", tra Pri e Azione, Piraccini è arrivato primo ma in giunta andrà Luca Ferrini (Pri), piazzatosi dopo di lui. Certo, si obietterà, ci si candida al consiglio comunale non alla giunta che è una libera (ed equilibrista) scelta del sindaco, ma se le indicazione dei cittadini valgono qualcosa anche il peso dei voti dovrebbe avere voce in capitolo. Che ne dice l’interprete di questa storia? Intanto che si schermisce ("Ma no, via, che importa,…") ma poi sbotta: "Sì, lo ammetto, sono amareggiato".

Piraccini, perché continua ad insistere? E’ evidente che i voti non bastano, bisogna anche essere connessi ad una precisa leadership politica.

"Lo so… Però un briciolo di merito va riconosciuto, sennò un cittadino che ha voglia di impegnarsi come fa ad entrare laddove si può decidere per la comunità che rappresenta. Altrimenti sarà sempre il regno dei veterani della politica o di chi è maggiormente in sintonia con i vertici". La disturba il fatto che il suo sodale di lista Ferrini assuma deleghe che sarebbero nelle sue corde?

"Mannò…! Posso solo dire che non mi mancherebbero le competenze per quel ruolo come per altri".

Ma cos’è per lei la politica?

"Mi piace l’idea di poter lavorare per la città senza un padre padrone politico".

Cosa avrebbe voluto portare in una giunta?

"Il buonsenso. Ma anche, come mi ha suggerito mio figlio Tommaso, che ha 16 anni, ‘adattare a Cesena le cose straordinarie che ci sono nel mondo".

Elide Giordani