Ponte Uso, la frana avanza e si deve intervenire

Paura tra gli abitanti con le abitazioni minacciate: "I massi ciclopici da gennaio ad oggi sono avanzati di ben mezzo metro"

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di Ermanno Pasolini

Pauroso e preoccupante avanzamento alle porte di Ponte Uso, frazione di Sogliano al Rubicone, della frana sulla provinciale 13 Uso, soprattutto per la disastrosa situazione che si sta creando quando piove, come è capitato nei giorni scorsi a causa anche della neve caduta sui monti. Gli abitanti del posto sono molto arrabbiati per la mancanza di interventi e di provvedimenti ora diventati urgentissimi: "A causa delle infiltrazioni dell’acqua i massi ciclopici, che dovevano proteggere la strada e le case sottostanti dall’altra parte della provinciale, si sono spostati fino sulla riga laterale, lambendo la carreggiata stradale. Sono avanzati di mezzo metro da gennaio a oggi. La nostra paura cresce sempre di più".

Cinque anni fa furono eseguiti, dopo altri quattro di attesa, i lavori di ripristino e consolidamento del muro di cinta per bloccare il movimento franoso in atto alle porte del paese. Nove anni fa una piccola parte di terreno era franato sul parcheggio laterale della carreggiata e la Provincia aveva detto che entro l’estate 2013 sarebbero iniziati i lavori. Invece nulla è stato fatto e nel frattempo l’entità della frana era più che triplicata, la spinta del terreno sotto la pressione dell’acqua caduta aveva letteralmente capovolto una quindicina dei cinquanta metri di un muro di contenimento costruito ventisei anni fa, proprio per proteggere strade e case da una frana in atto allora. La parte franata avanzava e stava lambendo la carreggiata e l’altra parte della cinta muraria si era piegata verso la strada. Più la frana si espandeva più i costi lievitavano tanto è vero che i tecnici della Provincia dissero che sarebbero serviti centomila euro per eliminare definitivamente la frana e mettere in sicurezza la zona.

Poi il grande smottamento è stato sistemato con il collocamento di massi ciclopici, dopo avere portato via tutta la parte franata e la massa di terra finita sul parcheggio lambendo la strada. In questo modo il problema sembrava risolto. Ma il movimento franoso ha ricominciato e ha spostato i massi ciclopici verso la strada, come era accaduto con il muro di cemento armato otto anni fa. La Provincia ha provveduto a segnalare il pericolo mettendo segnali e paletti, ma la frana si muove. Ora serve un nuovo intervento, questa volta definitivo e sicuro. I residenti hanno paura che si crei uno smottamento che finisca sopra le case che si trovano di fronte, dall’altra parte della provinciale, nella piana sotto la stessa strada. E pericolo e paura si fondono, in quanto, come dicono i residenti, i massi ciclopici si stanno spostando ogni mese di più.