Cesena, il prete con la famiglia: "Dio, moglie e figlia: vi racconto tutte le mie vocazioni"

Padre Mihai David è sposato e ha una figlia sedicenne: è l’unico sacerdote della chiesa cattolica rumena di rito bizantino della diocesi di Cesena-Sarsina

Cesena, 14 marzo 2023 – Padre Mihai, qual è la differenza tra la sua e la chiesa cattolica di rito latino?

"La Chiesa rumena unita con Roma è una Chiesa cattolica sui iuris di rito bizantino e di lingua liturgica rumena presente in Romania specialmente nella regione storica della Transilvania e in altri paesi del mondo. La nostra è una chiesa martire. Dal 1948 i nostri vescovi sono stati imprigionati e perseguitato dal regime di Ceausescu che non tollerava il nostro legame con il Papa e la Chiesa di Roma. Per molti di loro, morti in carcere, c’è in atto un processo di beatificazione".

Padre Mihai David con la moglie Claudia e la figlia Maria Cristina
Padre Mihai David con la moglie Claudia e la figlia Maria Cristina

Quella dei sacerdoti uxorati è nella tradizione orientale?

"Sì, ma prima devono sposarsi e poi ricevere l’ordine sacro. Solo chi non si sposa, però, può salire i gradini della gerarchia ecclesiastica fino a diventare vescovo".

Quali sono gli obblighi per le donne che sposano un sacerdote?

"Devono sapere che come marito avranno un prete. Ma non diventano suore, solo chi ambisce al sacerdozio viene consacrato, non sua moglie. E’ un’unione voluta, in modo misterioso, dal Signore poiché la donna sposa l’uomo ma anche il prete, e se vuole può seguirlo molto da vicino nel suo ministero ed essere il centro delle attività della parrocchia e coinvolgere i fedeli. Si dice che la riuscita del prete sposato sia la moglie poiché rappresenta un sostegno enorme".

Lei ha una figlia sedicenne, come vive la sua condizione di figlia di un prete?

"A volte con qualche rinuncia. Soprattutto ora che è adolescente. La domenica ad esempio è impegnata con noi, per la messa e per le attività della parrocchia, non può seguire le sue coetanee. Ma lo fa con piacere, in questa condizione c’è nata".

Pensa che ci sia tra i preti cattolici chi vive con sofferenza l’obbligo al celibato?

"No, non credo. Anzi. Da sposati è più difficile poiché ci si trova a gestire una doppia responsabilità , quella della famiglia e quella della vocazione sacerdotale. E non è quest’ultima ad essere sacrificata. Ma se c’è la chiamata al sacerdozio, sia nella forma celibataria che in quella uxoria, ogni scelta viene accettata. I nostri seminaristi sanno che possono sposarsi e dopo il percorso seminariale arrivano all’età adulta e possono scegliere. E’ chiaro che la famiglia costituisce anche un fortissimo appoggio".

Come vede il futuro per i preti cattolici?

"La gente sembra aperta alla possibilità che anche i sacerdoti cattolici si sposino, e forse lo è anche la Chiesa se il Santo Padre parla in questi termini, ma è una scelta che spetta al sinodo. Io, prete sposato, sono qui come missionario. Mandato per dare conforto ai migranti della nostra Chiesa di rito bizantino. Mi rendo conto che culturalmente rappresento una novità".

Qual è la reazione dei cattolici davanti ad un prete sposato?

"Sono qui da tanti anni e vedo da parte di tutti, anche del clero, un’ottima accoglienza. La gente guarda al sacerdote, non all’uomo sposato".

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