“Sanità privata, avanza sempre più tra chi non ha esenzioni”

Corvatta, medico di base, ha fotografato il ricorso fatto dai suo i pazienti al sistema sanitario nazionale: "Poche garanzie per chi ha redditi bassi"

Il dottor Tommaso Claudio Corvatta

Il dottor Tommaso Claudio Corvatta

Civitanova Marche, 16 aprile 2024 – Sanità privata prima scelta per chi non è esente dal ticket, ma anche chi non paga si allontana dal sistema sanitario nazionale. "La popolazione più debole, per basso reddito o malattia, non è più garantita dalla tutela dell’esenzione". A dirlo è Tommaso Claudio Corvatta, medico di base, che torna a sollevare i problemi della sanità pubblica una settimana dopo aver denunciato che tra i suoi pazienti la maggioranza (53.5%) si rivolgeva al privato per effettuare visite ed esami. I tempi dilatati delle liste di attesa stanno spostando sempre più l’asse delle prestazioni verso ambulatori privati che, magari allo stesso prezzo, bruciano le tempistiche del Cup regionale.

Una situazione che Corvatta segnala con i dati emersi dal suo osservatorio, un’indagine condotta sui suoi pazienti da febbraio 2023 a febbraio 2024. "Chi paga il ticket è andato per il 67.7% a fare accertamenti nel privato e nel 32.3% con il sistema pubblico, invece chi non lo paga si è rivolto nel 45.4% dei casi al privato e nel 54.6% al pubblico", scrive sulla sua pagina Facebook.

Corvatta ha scomposto anche i numeri tra la fascia esente e quella non esente dal ticket. "Non meraviglia che – sottolinea – pur dovendo io gestire una popolazione di cui posso valutare che circa il 50% sia in esenzione ticket per malattia, invalidità, reddito e altro, ed escludendo le analisi cliniche dal conteggio, chi fa gli accertamenti sono soprattutto gli esenti, che effettuano il 62.5% delle visite, radiografie e quant’altro, rispetto al 37.5% a carico dei non esenti".

"Tra gli esenti dal ticket e i non esenti – continua – come ci si poteva aspettare, si evidenziano percentuali diverse di utilizzo del Sistema Sanitario Nazionale: se chi paga il ticket in questo anno è andato per il 67.7% a fare accertamenti nel privato e nel 32.3% con il sistema pubblico, chi non lo paga è andato nel 45.4% nel privato e nel 54.6% nel pubblico. La sostanza è che quasi due terzi degli accertamenti fatti nel privato arriva da chi paga il ticket e fa pensare che per questa fascia di persone la sanità privata sia la prima scelta".

Anche per chi il ticket non lo paga "andare – conclude Corvatta – in quasi la metà dei casi dal privato evidenzia che anche per questa fascia della popolazione la scelta del privato non è più vista e sentita come un’eventualità eccezionale, ma come alternativa concreta. Di fatto, nel 45.4% dei casi l’esenzione dal ticket, che dovrebbe tutelare la popolazione più debole per basso reddito o malattia, non garantisce questa tutela".