Allarme Cgil per gli under 30: "C’è un boom del lavoro povero"

Marche, i dati regionali: retribuzione media lorda di 12mila euro l’anno. Aumentano i precari

Allarme Cgil per gli under 30: "C’è un boom del lavoro povero"

Allarme Cgil per gli under 30: "C’è un boom del lavoro povero"

Stando ai dati Inps dello scorso anno elaborati dalla Cgil regionale, per i giovani sotto i trent’ anni, più che un invito a restare, guardando gli stipendi, è un invito a fare le valigie ed emigrare dalle Marche. Perché gli under 30 – e il dato vale per il 48,1 % del totale – ha percepito uno stipendio medio di 10mila euro l’anno. Nell’ambito dei precari tra i 9800 euro e i 2119 euro lordi l’anno. Peggio ancora stanno le donne che percepiscono uno stipendio del 30% in meno rispetto agli uomini. Una situazione che è andata peggiorando con il passare degli anni perché coloro che hanno un contratto a tempo indeterminato sono il 34,8 per cento contro il 48 per cento del 2012. "I lavoratori marchigiani con meno di 30 anni, che rappresentano il 49,1% percepiscono – dice Giuseppe Santarelli segretario generale della Cgil Marche – una retribuzione media lorda annua di 12.102 euro, circa 8mila euro lordi in meno rispetto alla media della totalità dei lavoratori dipendenti privati, e comunque, anche i giovani a tempo pieno e indeterminato percepiscono in media 1876 euro in meno rispetto ai coetanei con la stessa tipologia contrattuale su base nazionale".

Tutti gli indicatori elaboratori dalla Cgil danno una crescita esponenziale dei lavoratori a tempo determinato, part-time oppure a somministrazione per cui la Cgil in questo suo rapporto parla appertamente "di boom del lavoro povero per cui vanno messe in campo politiche ad hoc".

Un atto di accusa quello della Cgil che guarda sia la classe imprenditoriale ma anche la regione Marche. "I dati sono la migliore risposta – continua Santarelli – a chi afferma che non si riesce a trovare manodopera giovanile nelle Marche. Le condizioni dettate dal mercato sono orientate verso il lavoro povero, al di sotto dei livelli di altre regioni e con un carattere di precarietà più accentuato. Se a questo sommiamo una dinamica demografica che vede un drastico calo dei residenti nelle fasce giovanili, il futuro non si intravvede. Urgono politiche vere e mirate da parte della Regione e da parte degli imprenditori. Non facendo nulla non cambierà la situazione".

Il sindacato aggiunge anche che se da una parte è vero che l’occupazione è cresciuta in totale del 3,5 per cento, è altresì vero che l’aumento è arrivato da contratti di lavoro precario ed è inferiore rispetto ai dati del centro Italia e del Paese in generale. "Cresce infatti il numero dei lavoratori part-time, che rappresentano il 32,8 per cento del totale. Un lavoratore su 4 è a tempo determinato ed aumentano i somministrati e gli intermittenti, rispettivamente del 3,5 e del 13,9 per cento".

Un quadro generale che non ha forti variazioni tra provincia e provincia anche se quelle messe meglio sono Ancona e Pesaro. Quelle che stanno peggio sono le province di Macerata e di Ascoli Piceno e Fermo.

m. g.