Migliori ristoranti al mondo, quali sono gli italiani. Bottura alla premiazione: "Onorato"

World’s 50 best, trionfa il Noma di Copenaghen. Quattro gli italiani nelle prime 50 posizioni. Lo chef dell'Osteria Francescana non può più 'gareggiare': nominato tra i 'best of the best'

Lo chef Massimo Bottura alla premiazione ad Anversa (da Instagram)

Lo chef Massimo Bottura alla premiazione ad Anversa (da Instagram)

"È un onore essere nominato fra i ‘Best of the best’ assieme a Ferran Adrià, Mauro Colagreco, Thomas Keller, René Redzepi. È stato meraviglioso rivedervi tutti dal vivo". È con queste parole – affidate a un post su Instagram - che la superstar degli chef Massimo Bottura ha espresso la sua soddisfazione per essere entrato nella ‘hall of fame’ dei World’s 50 best restaurants (la lista dei migliori 50 ristoranti al mondo), l’equivalente gastronomico degli Oscar del cinema e del Pallone d’oro nel calcio. Svettata in cima alla prestigiosa classifica nel 2016 e nel 2018, l’Osteria Francescana - prima e più celebre creazione dello chef modenese - non può più ‘gareggiare’: a partire dal 2019, la regola del premio esclude chi ha già vinto nelle scorse edizioni dall’essere votato, per dar spazio ai nuovi talenti.

Massimo Bottura era comunque presente ad Anversa, alla cerimonia di assegnazione dei premi (tornata dopo un anno di stop a causa della pandemia), assieme al Gotha della ristorazione mondiale. C’era infatti Ferran Adrià, primo vincitore dell’ambito riconoscimento – era il 2002 - con il suo ristorante El Bulli, in Catalogna, poi chiuso nell’estate del 2011. C’era il vincitore uscente Mauro Colagreco, patron del Mirazur di Menton, che si era aggiudicato il premio nel 2019, poco prima che il Covid irrompesse nelle nostre vite e devastasse, tra l’altro, proprio il settore della ristorazione, mietendo vittime illustri anche tra i locali più blasonati.

E c’era René Redzepi, lo chef del Noma di Copenaghen, icona della cosiddetta ‘nuova cucina nordica’: è stato lui a trionfare in questa edizione, in accordo con i pronostici. Fresco anche delle tre stelle Michelin, il Noma è seguito, al secondo posto, dal Geranium di Rasmus Kofoed, sempre a Copenaghen (ormai ritenuta destinazione gastronomica d’élite) e, al terzo, da Asador Etxebarri, di Victor Arguinzoniz, in Spagna.

E gli italiani? Pur non avendo conquistato il podio, hanno parecchi motivi per esultare: sono 4, infatti, quelli piazzatisi tra i migliori 50 al mondo. Lido 84, il ristorante dei fratelli Riccardo e Giancarlo Camanini a Gardone Riviera (Brescia), compie un balzo dal 78° al 15° posto e agguanta così l'Highest New Entry Award (il premio per la più alta new entry dell’anno). Poco più giù, al numero 18 della classifica, ecco il ristorante Piazza Duomo di Alba (Cuneo), guidato dallo chef Enrico Crippa, già 3 stelle Michelin.

La posizione numero 26 è occupata dal ristorante Le Calandre di Rubano (Padova): in cucina c’è Massimiliano Alajmo, il più giovane chef al mondo a potersi fregiare, dal 2003, delle 3 stelle Michelin. Al 29esimo posto, infine, troviamo il ristorante Reale di Castel di Sangro (L’Aquila): è l’ultimo di innumerevoli riconoscimenti per il ristorante tristellato di Cristiana e Niko Romito.

Se si allarga lo sguardo ai top 100, c’è ancora un po’ di Italia: appena fuori dai primi 50, alla posizione 52, c’è il ristorante Uliassi di Senigallia (Ancona), guidato dai fratelli Marco e Catia Uliassi; appena un gradino più sotto, al numero 53, ecco il ristorante St. Hubertus di San Cassiano (Bolzano), con a capo lo chef Norbert Niederkofler. Al 73esimo posto si piazza Luca Fantin, chef italiano che lavora in un ristorante a Tokyo.

La lista 2021 dei migliori ristoranti del mondo, stilata da una giuria di oltre 1000 esperti indipendenti del mondo della gastronomia, da chef internazionali, giornalisti gastronomici e gastroturisti, include locali di 26 Paesi: Spagna e Stati Uniti sono in testa, con sei ristoranti ciascuno. Se lo chef Bottura non può più prendervi parte, può ugualmente togliersi diverse soddisfazioni: due giorni fa, l’edizione californiana della Guida Michelin ha insignito ‘Gucci Osteria’, il locale da lui aperto a Los Angeles e guidato dal 32enne chef bergamasco Mattia Agazzi, della prima stella Michelin. A breve, un’altra succursale di Gucci Osteria (dopo Firenze e, appunto, Los Angeles) sarà inaugurata a Tokyo.