TOMMASO CARMIGNANI
Cronaca

Suviana, ritrovati i corpi di due dispersi. Palaia prega per Alessandro, inghiottito dalla centrale che stava rinnovando

Il tecnico della Valdera è ancora tra i dispersi della tragedia di Bargi. Ricerche avanti a oltranza

Bargi (Bologna), 11 aprile 2024 – Rabbia e angoscia, dolore e sconforto. Paura, tristezza e disperazione. Speranza? Quella c’è sempre, ma a questo punto è flebile come una fiammella. Perché le possibilità di trovare qualcuno ancora in vita nella pancia della centrale Enel Green Power di Bargi, comune di Camugnano, paesino arroccato sulle montagne dell’Appennino bolognese, sono praticamente pari a zero. A quasi 48 ore di distanza dalla tragedia, l’idea che qualcuno dei quattro dispersi se la sia cavata in qualche modo è un qualcosa che perfino i vigili del fuoco, già nel primo pomeriggio di ieri, escludevano in maniera abbastanza decisa. E stamani è arrivata la notizia che sono stati ritrovati i corpi di due dei quattro dispersi. Sono stati recuperati al livello -9 della struttura, ancora non se ne conosce l’identità. Le vittime salgono così a cinque.

Alessandro D'Andrea
Alessandro D'Andrea

Tra i lavoratori che non si trovano c’è anche Alessandro D’Andrea, 37 anni, nato a Pontedera e cresciuto in Valdera. Lo descrivono come un tecnico iper-specializzato in questo genere di cose, uno di quelli che vengono chiamati quando c’è da mettere le mani su dispositivi e impianti particolarmente complessi. La sua storia è molto simile a quella dei colleghi con cui condivideva il lavoro, stretti tra le mura della centrale 40 metri sotto il livello del lago di Suviana. Chiamati perché capaci di fare cose delicate, ricercatissimi perché altamente qualificati. 

D’Andrea aveva abitato a Palaia fino a tre anni fa. Nel curriculum, di tutto rispetto, anche diverse esperienze all’estero. Il sindaco Marco Gherardini parla di famiglia modello, padre pensionato e mamma custode in una scuola della zona. Gente di paese, persone come tante. Fiere e orgogliose di avere un figlio che sa fare il suo lavoro. Per questo si era trasferito insieme alla compagna, anche lei originaria della provincia di Pisa, a Cinisello Balsamo, dove risulta impiegato per la Voith. E’ una delle ditte al lavoro nella centrale di Bargi, definite da Enel come “le migliori nel campo del settore elettrico e dell’idroelettrico”.

Alessandro si trova da qualche parte tra il livello -8 e il livello -10 della centrale. Con lui ci sono Paolo Casiraghi, 59 anni milanese, dipendente della ditta Abb; Adriano Scandellari, 57 anni, dipendente della Enel Green Power, padovano residente a Mestre; e Vincenzo Garzillo, napoletano di 68 anni, dipendente di Lab Engineering, chiamato a Suviana come consulente esterno.

Ore 15,05, scoppia una turbina. Cosa è successo nella centrale di Bargi

L’impianto era fuori servizio per dei lavori assegnati nel 2022. Gli uomini presenti ieri all’interno della centrale erano impegnati nell’ambito di un lungo e complesso intervento di rinnovamento ed efficientamento della componentistica iniziato nei mesi scorsi. D’Andrea si trovava sottoterra insieme ai suoi colleghi quando una delle turbine interessate dal collaudo strutturale è esplosa. Nello specifico, i tecnici stavano operando sui macchinari del secondo gruppo. 

L’innesco potrebbe essere partito dall’alternatore, ma questo è ancora oggetto di indagine. Quel che è certo è che lo scoppio ha generato un incendio, e che in seguito al boato si è verificato un crollo del solaio al livello -8. Il tubo di raffreddamento, quello che consente all’acqua del bacino di Suviana di tenere sotto controllo la temperatura delle turbine, si è rotto ed i locali sottostanti si sono allagati. Il sospetto, che col passare delle ore sta diventando una solida certezza, è che i dispersi siano tutti morti annegati.

Aperta un’inchiesta dalla magistratura

Disastro colposo e omicidio colposo. Sono questi i reati ipotizzati nel fascicolo aperto dalla Procura di Bologna sull'incidente nella centrale idroelettrica di Bargi, sul lago di Suviana, nell'Appenino tosco-emiliano. Del caso si stanno occupando il Procuratore capo Giuseppe Amato e il pm Flavio Lazzarini. L’obiettivo è capire cosa abbia causato l’esplosione, se si sia trattato di un errore umano, di un difetto di qualche componente o di una tragica fatalità.

Il bilancio delle vittime e dei feriti

Le ricerche dei dispersi, sospese per diverse ore a causa dell’innalzamento del livello del lago all’interno dei locali distrutti, sono riprese alle 20 di ieri sera e sono andate avanti per tutta la notte. Le vittime accertate nella strage del bacino di Suviana sono tre: Pavel Petronel Tanase, 45 anni, romeno ma residente nel Torinese; Mario Pisani, tarantino di 64 anni; e Vincenzo Franchina, messinese che avrebbe compiuto 36 anni tra un mese.

Tra i feriti ce ne sono alcuni in condizioni molto gravi, come il veneziano Sandro Busetto, 59 anni, ricoverato a Pisa. Lavora nell’unità specialistica di Enel Green Power, ma non aveva compiti alla centrale. Da tecnico, stava seguendo passo passo l’attività portata avanti dalle ditte esterne. Ha ustioni su gran parte del corpo, ma a preoccupare sono le condizioni dei polmoni per via del fumo inalato. Tra le persone del posto, invece, c’è Nicholas Bernardini, 25enne di Gaggio Montano. E’ stato dimesso nel pomeriggio di ieri dal Sant’Orsola.

E poi c’è chi se l’è cavata soltanto con un grande spavento, come lo spezzino Pierfrancesco Firenze, anche lui dipendente di Enel. Nel momento dello scoppio si trovava all’esterno della centrale, ma come molti suoi colleghi è rimasto sotto choc nel vedere quanto stava accadendo sotto ai suoi piedi.