Basta impunità per chi imbratta i muri

La lettera. Risponde Beppe Boni

Bologna, 30 agosto 2023 – Quando sono tornata nella mia amata Bologna sono rimasta colpita dallo stato dei muri del Liceo Galvani sfregiati con disegni e scritte di ogni genere. Ho pensato che il preside per accogliere l'élite degli studenti della città ha avuto due mesi di tempo durante i quali avrebbe potuto far cancellare le scritte e ridipingere i muri imbrattati. Sarebbe stato segnale per invitare al rispetto e alla cura dei luoghi dove si formano i futuri italiani Alessia Sassoli de Bianchi Risponde Beppe Boni

L'imbrattamento dei muri con lo spray è uno degli sport più praticati a Bologna, soprattutto nel centro storico nell'area della cittadella universitaria. Idem sotto i portici. Certo, nei due mesi estivi si poteva certamente ripulire i muri e ciò sarebbe stato opportuno, oltre che educativo per non mostrare un'immagine di degrado. Sia per gli studenti della scuola, ma anche per tutti gli altri e i cittadini che abitano a Bologna. Giriamo la segnalazione alla direzione della scuola. Purtroppo l'abitudine ad imbrattare i muri della città è molto diffusa, anche perché i professionisti di questo demenziale sport godono di fatto di una certa impunità. Certo, è difficile individuarli anche se oggi con le telecamere che spiano mezzo mondo non dovrebbe essere complicato acchiapparne qualcuno. Il problema è che anche i pochi imbrattatori che in passato sono stati individuati se la sono cavata con poco. Comprensibile che non possiamo metterli in carcere con rapinatori e ladri, ma nelle pieghe del codice di procedura penale ci sarà pure un passaggio che consenta di punire severamente gli imbecilli dello spray. Saremmo tutti soddisfatti nel vedere almeno un consistente risarcimento del danno con tanto di interessi. Già perché ripulire i muri ha un costo e non deve pagarlo la comunità. Niente risarcimento? Allora mettiamoli al lavoro, facciamogli ripulire anche i muri sporcati da altri, facciamogli spazzare i marciapiedi. Basterebbe punirne davvero un paio per educarne cento. Forse. beppe.boni@ilcarlino.net voce.lettori@ilcarlino.net