Editoriale

Bologna non sogna in grande

Se non fosse bastata Bologna Città 30, con tutti i rallentamenti dei trasporti, polemiche, discussioni ora Bologna vive una nuova emergenza che paralizza il traffico impedendo ad auto, bus, moto, bici e pedoni spostamenti in città con tempistiche umane. Il Comune porta avanti con tempistiche sovrapposte, il progetto tram e l'intervento del canale del Reno. Non occorre essere un genio per capire che due interventi così invasivi non possono viaggiare in contemporanea mentre togli parcheggi e il traffico impazzisce. Alle lamentele in Comune c'è chi risponde che si tratta di una errata percezione.

Gianni Furini

Risponde Beppe Boni

Ognuno ha la propria percezione della realtà. Possibile e legittimo. I fatti oggettivi poi sono un'altra cosa. Alcune scelte come la scopertura del canale in via Riva Reno e l'eliminazione di oltre duecento posti auto (che a Bologna già scarseggiano) a ridosso del centro storico hanno suscitato l'irritazione di gran parte dei cittadini. Aspetto di cui si è tenuto poco conto. Il divieto di superare i 30 all'ora nel 70% dell'area urbana ha l'opposizione della maggioranza dei residenti e di chi frequenta Bologna per lavoro. E del resto il divieto è poco rispettato perché procedere ai 30 all'ora è oggettivamente difficile. Se poi aggiungiamo i cantieri del Passante e la modifica di parte del traffico in centro per il restauro della Torre Garisenda si evince facilmente che c'è una gran confusione. Al di là dell'opinione sui singoli interventi stupisce la mancanza di lungimiranza di chi, in seno alla giunta comunale, non ha compreso che la concomitanza di tutte queste operazioni avrebbe provocato caos e disagi. Aggiungiamo, tanto per completare lo scenario, che il People mover, la navetta che collega aeroporto e stazione (a carissimo presso) funziona a intermittenza. Morale: Bologna sogna di essere una città di respiro europeo ma non sa ancora pensare in grande.

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