Editoriale

Città 30, referendum buona idea

Non so più se Città 30 sia una farsa o una tragedia, dopo la notizia del referendum. L'amministrazione esulta dicendo che ha sempre dialogato coi cittadini e continuerà a farlo. Infatti la richiesta fatta dall'associazione commercianti di elevare il limite di velocità in ben 5 strade, è stata rispedita subito al mittente. Alla faccia del dialogo. L'opposizione esulta, ma se il Mit poteva disattivarla, e lo aveva promesso ma non l'ha fatto , che mpotivi ci sono per essere soddisfatti? Poveri cittadini bolognesi.

Maddalena Petroni

Risponde Beppe Boni

Se il provvedimento che impone il limite dei 30 km in città sia una farsa o una tragedia attiene alle opinioni personali. Con certezza si può affermare invece che la scelta del Comune di Bologna non piace alla maggior parte dei cittadini. Il che non significa che i bolognesi siano tutti spericolati automobilisti che se ne fregano dei limiti di velocità e della sicurezza stradale. Su una decisione così importante sarebbe stato opportuno sondare prima l'opinione dei cittadini e comunque applicare il provvedimento solo nelle strade ad alto rischio. Ma tutto ciò non è stato fatto e ora si va avanti in altro modo. Fratelli d'Italia sta per avviare la raccolta delle firme per indire il referendum e questa è una buona idea. Si tratta di un test consultivo, e quindi non vincolante, per Palazzo d'Accursio, ma ciò non ne svilisce l'importanza. Se il risultato dovesse produrre un no secco all'impostazione attuale di Città 30 il Comune non può non tenerne conto, almeno dal punto di vista politico. Infatti nessuno nel Palazzo lo ammette, ma la preoccupazione è forte. Intanto va preso atto che ormai pochi rispettano il limite dei 30 all'ora e il numero degli incidenti tuttavia non è esploso. Altro aspetto di cui bisognerebbe tenere conto.  

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