Editoriale

In Emilia Romagna economia solida

Non ho dati sottomano, ma sono pronto a scommettere che le turbolenze belliche del mondo stanno danneggiando la nostra economia. Anche una regione come l'Emilia Romagna sta già pagando un caro prezzo. Sarei curioso di conoscere i dati dell'industria che forse anche dalle nostre parti non è più così florida come l'abbiamo sempre sentita descrivere. Fra i tanti problemi di Bologna, come l'imposizione dei 30 km orari e la mancanza di parcheggi, temo che presto dovremo aggiungere anche una flessione dell'economia.

Giuseppe Franceschini

Risponde Beppe Boni

Non fasciamoci la testa prima del trauma. E distinguiamo i due piani di ragionamento. Gli attacchi dei guerriglieri yemeniti nel Mar rosso, la guerra in Ucraina e il Medio Oriente in fiamme con la crisi di Gaza e del Libano danneggiano l'economia mondiale, non solo quella dell'Emilia Romagna. Quindi speriamo che le diplomazie riescano ad attenuare questa instabilità che, fra l'altro, costa migliaia e migliaia di morti e di aree urbane distrutte. E questo è un fatto. Altra cosa è l'andamento della macchina produttiva dell'Emilia Romagna che invece continua ad essere solida, pur con qualche contraccolpo dovuto al ragionamento precedente. Vediamo alcuni numeri elaborati dal Monitor dei distretti industriali di Intesa San Paolo. Nei primi nove mesi del 2023, nonostante per esempio il conflitto ucraino, le esportazioni dei distretti industriali dell'Emilia Romagna sono cresciute, soprattutto trainate dalla meccanica (+14 che da sola conta il 50% del totale). L'export distrettuale registra dunque un +4,7% rispetto allo stesso periodo dell'anno precedente. Certo va detto che c'è un piccolo rallentamento, - 0,8%, ma che arriva dopo 12 mesi di crescita progressiva. Come ha spiegato in una recente intervista al Carlino Valter Caiumi, presidente di Confindustria Emilia (Bologna, Modena, Ferrara), la meccatronica e la meccanica insieme all'automotive di lusso sono settori solidi e in crescita che rappresentano una garanzia anche per l'occupazione. Bene anche l'agroalimentare (+9,1%), mentre rallenta leggermente il settore moda. Dati dunque di assoluta soddisfazione. Una nota positiva per le famiglie arriva anche dalle recenti stime dell'Abi (associazione bancaria italiana): mentre la Bce valuta il momento opportuno per abbassare il tasso di interesse, il taglio medio dei mutui sull'acquisto di case è già di quasi mezzo punto.

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