I 30 all’ora per spot

Da un parte e dall'altra ci sono buone ragioni ma è soprattutto in atto una gigantesca operazione di marketing politico. La realtà reale, quella vera, è un'altra. Nelle strade bolognesi i 30 all'ora non esistono

Bologna va ai 30 all'ora da tre mesi. Cambiamo prospettiva e poniamo la questione col punto interrogativo. Così: ma Bologna va ai 30 all'ora da tre mesi? Servono due risposte: quella virtuale-politica e quella reale. Quella virtuale-politica ha portato il capoluogo emiliano sulle prime pagine di tutti giornali (ovviamente il nostro compreso) e sulle tivù (si sono mossi anche canali stranieri).

E fra l'altro, notizia proprio di queste ore, il Ministero dei Trasporti stanco di questa ordinanza bolognese ha chiesto al Tar di annullarla, dopo aver inutilmente provato a convincere il sindaco Matteo Lepore a fare retromarcia. Lepore, a sua volta, fa invece il portabandiera del vivere moderno, con l'auto che deve più o meno camminare in centro perché fa bene all'ecologia e risparmia vite umane. Da un parte e dall'altra ci sono buone ragioni ma è soprattutto  in atto una gigantesca operazione di marketing politico. Un mega spot.

La realtà reale, quella vera, è un'altra. Nelle strade bolognesi i 30 all'ora non esistono. Cioè, esistono per carità, carte e cartelli lo impongono. Ma in pieno centro, oggi come ieri, in certi momenti il traffico ti fa andare anche ai 10 o ti fa addirittura rimanere fermo. Fuori dal centro, si va come si andava prima del 15 gennaio. In via Murri senza traffico (e i bolognesi sanno bene dov'è e cos'è via Murri) nessuno va ai 30 all'ora. Non avrebbe probabilmente senso. E ormai nessuno fa più, per un miliardo di motivi, i controlli. Quindi, vogliamo dirla tutta? Sotto sotto, stiamo parlando di nulla.