Editoriale

I lupi non sono pericolosi per l'uomo

Capisco che i giornali abbiano sempre necessità di titoli “forti” che attirino l’attenzione di noi lettori. Mi riferisco al Carlino del 23 aprile dove leggo un titolo sui lupi che "ormai non hanno più paura di noi”. Comprensibile la paura di un attacco al bestiame, ma e’ altra cosa. Nella storia della nostra Italia mai un lupo ha attaccato un uomo. Favole e leggende a parte. E a parte vecchie tavole della “Domenica del Corriere” sempre riferite ad altre nazioni europee. Leggo invece notizie di due cani che hanno sbranato e ucciso un ragazzino.

Piero Piani

Risponde Beppe Boni

I lupi , almeno in Italia, non hanno mai attaccato l'uomo. Almeno a partire dalla fine della Seconda guerra mondiale non c'è memoria di fatti del genere. Una minima parte degli attacchi (mortali o meno) a persone registrati in un passato remoto in Italia e in Europa sono stati causati da animali affetti da rabbia. Questa è la situazione oggettiva ad oggi. E' altrettanto comprensibile lo spavento di chi si trova a breve distanza dai lupi, circostanza comunque rara, come è successo ad Argelato. In ogni caso il lupo va considerato per ciò che è, ovvero un animale selvatico dal quale è opportuno mantenersi a distanza, anche se di norma esso, essendo un soggetto schivo ed elusivo, non riconosce l'uomo come possibile preda, ma al contrario una minaccia da cui allontanarsi. Il problema vero è che i lupi si stanno espandendo dalla montagna alla pianura e oltre a cibarsi di animali selvatici che fanno parte della catena alimentare in natura (caprioli, daini, cervi, nutri) spesso attaccano pecore e bovini al pascolo. Chi gestisce il bestiame deve attrezzarsi con cani da pastore come i maremmani e con altri accorgimenti. L'uomo però non deve avere paura dei lupi, ma nello stesso tempo a questo punto è necessario contenerne il numero e quindi bisognerà arrivare piani di abbattimento calibrati sui singoli territori.

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