Editoriale

Il canone tv? Dovrebbe pagarlo la Rai

Vivo a Monzuno e da qualche tempo non riesco più a vedere RAI 1 - 2 e 3 (mentre ricevo regolarmente RAI 4 - 5 ecc. tutte le reti Mediaset La 7 ecc.) ma non per tutto il Paese è così ( parte infatti riceve da S. Luca, parte dal Cimone), solo per quelli che stanno nella parte ad est che devono ricevere il segnale da un ripetitore situato in direzione di Loiano e che, a quanto pare, è stato spento o depotenziato. Però il canone in bolletta ce lo addebitano.

Giovanni Riva

Risponde Beppe Boni

La ricezione dei canali Rai in certe zone è sempre stato un mistero cinese, un problema che fa perdere la pazienza agli utenti. I canali vanno e vengono, alcuni si vedono e alcuni no. I cittadini giustamente si chiedono perché esistono queste complicazioni con la tv di Stato alla quale si paga anche un canone mentre non sussistono con le reti televisive private. Dall'anno scorso è stato stabilito un cambio della ricezione, adesso diventata del tipo DVB-T2: un’evoluzione che secondo la Rai permetterà gradualmente una qualità maggiore per tutti i canali e, soprattutto, una scelta molto più ampia. Tutto vero. Ma la transizione non è indolore. Buona parte degli apparecchi televisivi infatti è piuttosto datata e quindi non compatibile con la nuova tipologia di ricezione. Molte famiglie quindi sono state costrette a correre ai ripari comprando un nuovo apparecchio o aggiungendo al vecchio un apposito decoder. Ma non sempre tutto ciò funziona. La rivoluzione del piccolo schermo si riflette sempre sulle tasche degli utenti. E anche adesso in alcune zone è probabile che si debbano nuovamente sintonizzare gli apparecchi. Cercando sul web si possono trovare le istruzioni, ma la realtà è che sono abbastanza complicate e alla fine si è costretti ad ingaggiare un tecnico antennista. Che ha un costo. Paga l'utente e mamma Rai ovviamente se ne frega. Con la vecchia televisione analogica i problemi di segnale debole erano migliorabili direttamente dal proprio apparecchio attraverso l’orientamento dell’antenna e la misura dell’immagine comunque visibile sul televisore. Il digitale terrestre invece ha necessità di essere risintonizzato, anche se a volte bisogna intervenire pure sull'antenna. Non si scappa. Quindi tutto diviene più difficile e l'utente si infuria. Un altro problema è che in alcune zone i segnali hanno cambiato origine e arrivano da un ripetitore diverso o anche più lontano da quello da cui provenivano le frequenze della vecchia tv analogica. E giustamente molti pensano che il canone dovrebbe pagarlo la Rai all'utente alle prese con i disagi e non viceversa.

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