MATTEO NACCARI
Editoriale

L'America a Ravenna

Dagli Stati Uniti si punta sul porto di Ravenna. Il fondo Davidson Kempner, infatti, ha raggiunto un'intesa per controllare il terminal fino ad ora in mano alla locale famiglia dei Poggiali

Dagli Stati Uniti si punta sul porto di Ravenna. Il fondo Davidson Kempner, infatti, ha raggiunto un'intesa per controllare il terminal fino ad ora in mano alla locale famiglia dei Poggiali. L'operazione non può che far sorridere la città romagnola perché è sintomo di un rinnovato, e importante, interesse internazionale attorno allo scalo portuale della regione.

Se un fondo che gestisce attività per un valore di 37 miliardi di dollari decide di scommettere sulla piccola Ravenna, significa che qui ci sono opportunità da sfruttare. Da quanto si apprende, gli americani sono orientati a un progetto sul lungo periodo, sfruttando in particolare il volano economico di una città, Ravenna appunto, che nell'energia vuole assumere un ruolo di primo piano.

E' una notizia importante che gli stranieri guardino all'Emilia-Romagna per fare affari: si potrà avere un effetto traino su altri settori e sicuramente gli investimenti che arriveranno contribuiranno allo sviluppo dell'infrastruttura romagnola. Come sempre esistono nodi da sciogliere per migliorare la potenzialità dello scalo, ad esempio servirebbe una più efficace strategia pubblica sulla viabilità: il porto deve poter contare su strade (di asfalto e ferrate) comode per essere raggiunto.

E soprattutto gli operatori devono sapere che da Regione e Comune c'è la volontà di destinare risorse a questo settore, da qui agli anni a venire. Speriamo che questo segnale che arriva dagli Usa serva a spingere la politica a rimboccarsi le maniche. Si vedrà. Questo fondo americano ha sede a New York e uffici in mezzo mondo, da Londra alla Cina, all'India. Sicuramente il suo sbarco contribuirà ad aumentare i traffici di Setramar anche al di fuori dei confini regionali e italiani, allargando lo sguardo al mondo. E dall'altra parte contribuirà a far conoscere le potenzialità del porto ravennate, fondamentale per settori come quello della ceramica e dell'agroalimentare, anche dove ora nessuno lo conosce.