MATTEO NACCARI
Editoriale

L'esempio di Ima

C'è un'azienda a Bologna che fa parlare di sé in tutto il mondo e che soprattutto è nel mirino dei miliardari di mezzo Pianeta

C'è un'azienda a Bologna che fa parlare di sé in tutto il mondo e che soprattutto è nel mirino dei miliardari di mezzo Pianeta. Perché è un gioiellino. Nato da zero. E' una storia economica interessantissima quella che ha come protagonista Ima, multinazionale leader nella realizzazione di macchine automatiche per il confezionamento, cresciuta sotto le Due Torri e ora diventata simbolo del made in Italy e dell'Italia che va. E protagonista anche del fantastico mondo degli influencer. Nell'ultima settimana nella società allevata dalla famiglia Vacchi è accaduta una piccola rivoluzione. Prima di tutto è stata chiusa l'operazione che ha visto entrare nella società col 45% la banca d'affari Bdt & Msd Partners, che fa riferimento al miliardario americano Warren Buffett; poi un altro ricchissimo imprenditore, Leonardo Maria Del Vecchio, azionista della holding che ha in mano Luxottica, ha annunciato il suo ingresso nell'azienda con l'1,1%; infine Gianluca Vacchi, appunto stella del web con 47 milioni di follower, ha comunicato la sua uscita di scena dal 'gioiello' di famiglia in cambio di un assegno da 700 milioni di euro. E oltre a questo ci sarebbe all'orizzonte la quotazione a Wall Street. Insomma, Ima fa rimbalzare il suo nome da un continente all'altro, forte di una specializzazione nel packaging, settore da sempre radicato nella provincia bolognese. Ora si cercherà di capire come la famiglia Vacchi, che resterà al comando, riuscirà ad armonizzare la presenza di azionisti così forti e importanti e di proseguire in un percorso di crescita che ha numeri mirabolanti: Ima è valutata sui 6,5 miliardi, a oggi fattura 2,3 miliardi e l'obiettivo è di arrivare a 5 in pochi anni. Impiega circa 6.200 dipendenti, di cui circa 2.400 all’estero, e si avvale di 46 stabilimenti di produzione sparsi dall'Europa all'America.