Editoriale

Una fucilata per il genio Marconi

Il mese prossimo si celebrano i 150 anni della nascita di Guglielmo Marconi, il bolognese che ha connesso il mondo avendo inventato la radio. Ho letto che Bologna sarà giustamente la capofila di una serie di celebrazioni che si svolgeranno in diverse parti d'Italia. Sono orgoglioso di sapere che un concittadino così famoso e che ha ricevuto il premio Nobel è nativo di Bologna. Mi piacerebbe sapere qualcosa in più degli esperimenti che fece nella villa di Pontecchio Marconi, ora sede dell'omonima Fondazione.

Riccardo Tonelli

Risponde Beppe Boni

Nella grande villa di Pontecchio Marconi il giovane Guglielmo abitò in gioventù insieme ai genitori. E fu lì che si appassionò al mondo dell'elettricità. Nel piano alto della casa aveva allestito un piccolo laboratorio dove eseguiva le prime prove. Un colpo di fucile segnò l'ingresso nel futuro. Una mattina del 1895 il fratello di Guglielmo Marconi e un contadino spararono un colpo verso il cielo: così confermarono all'inventore di aver percepito il segnale radio inviato dalla soffitta di Villa Griffone di Pontecchio, oltre la collina dei Cappuccini. La trasmissione di segnali a distanza per via elettromagnetica funzionava. L'epopea della radio era iniziata. Quando più avanti Guglielmo Marconi propose la sua invenzione al Ministero non fu preso sul serio. La madre lo accompagnò in Inghilterra dove invece il genio fu subito compreso. Ovviamente l'Italia recuperò il terreno in breve tempo. Oggi custode della memoria di Guglielmo è la figlia Elettra, 94 anni, che vive a Roma insieme al figlio che ovviamente si chiama Guglielmo come il nonno.Due giorni fa nella sede della Regione Emilia Romagna è stata inaugurata una mostra fotografica dal titolo "La città di Guglielmo", visitabile fino al 5 aprile. Raccoglie 26 pannelli che raccontano la storia di Marconi, la vita tra Bologna e il Regno Unito fino a essere insignito del Premio Nobel.

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