Editoriale

Zanotti, gli artisti delle doppiette

Nella rubrica del Carlino "Bologna com'era" tra le attività che si sono succedute nei locali ex chiesa di San Marco è stata dimenticata quella delle armi a canna liscia da caccia di Giacinto Zanotti, un artigiano che insieme ai suoi familiari che continuarono l'attività si fece conoscere in tutta Europa. Le doppiette erano e sono dei veri gioielli anche per le preziose incisioni dello stesso Giacinto ed altri famosi artisti del bulino. Chi oggi possiede una doppietta Zanotti di quell'epoca possiede un oggetto di valore.

Giuseppe Bonfigli

Risponde Beppe Boni

Ci sono fucili da caccia, soprattutto doppiette, che sono più che altro preziosi oggetti da collezione destinati a far bella mostra nelle abitazioni dei proprietari. Sono pezzi finemente cesellati, intarsiati, dotati di una meccanica raffinatissima. Da non usare e da ammirare. Gli Zanotti, di origini romagnole, sono tra i grandi e prestigiosi artigiani (di scuola romagnola, appunto) che proprio a Bologna da fine Ottocento in poi diedero vita ad un laboratorio da artisti del settore. Giacinto Zanotti, discendente da una stirpe di armaioli dal 1600, intorno al 1877 lasciò l’antica officina di Santa Maria in Fabriago, in provincia di Ravenna, per trasferire parte della produzione a Bologna dove la richiesta era maggiore. Fabbricò doppiette a cani esterni di tipo romagnolo sviluppando la produzione con quelle realizzate “all'inglese”, con semilavorati provenienti da Birmingham. In seguito. Stefano Zanotti, figlio di Giacinto, cominciò a lavorare in grande. Frequentò a Liegi la scuola d’incisione di Alphonse Delvenne, instaurò rapporti con la A. Lebeau Courally e con Athol Purdey altri artigiani - artisti del settore in Europa. I rami della famiglia continuarono a lavorare tra Ravenna e Bologna fino al 1954 quando l'azienda si trasferì a Gardone Val Trompia. Chi possiede una doppietta Zanotti, possiede un oggetto di valore.

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