La giustizia si sveglia. Dopo il tentato stupro il somalo torna in cella: "Gravi indizi su di lui"

Aggredì in zona universitaria una donna, salvata da un’altra ragazza . A distanza di sette giorni era già in libertà, sotto le Due Torri. Ieri mattina la svolta: nuovo provvedimento di fermo contro di lui.

È in cella. Di nuovo. E questa volta ci resterà per un po’, almeno il tempo della convalida del fermo. Il ventenne somalo, accusato di violenza sessuale su una ragazza aggredita la sera del 6 febbraio in zona universitaria a Bologna, è stato portato ieri mattina alla Dozza dai poliziotti del commissariato Due Torri San Francesco. In esecuzione del provvedimento di fermo disposto dalla pm Michela Guidi, emesso in base ai gravi indizi di colpevolezza raccolti a carico del richiedente asilo, tra l’altro a rischio fuga.

Si conclude così, almeno per il momento, questa complessa vicenda, che in meno di dieci giorni ha visto il ventenne essere arrestato, scarcerato, associato a un centro per il rimpatrio e liberato pure da lì.

Tutto è iniziato, come detto, lo scorso 6 febbraio. Erano le 21,30 e la giovane stava rientrando a casa, in via Bertoloni, piena zona universitaria bolognese. Appoggia la bici sulla rastrelliera, sta per infilare la chiave nella porta quando una voce alle spalle la sorprende e uno sconosciuto l’afferra. Tenta di baciarla, la palpeggia nelle parti intime. La ragazza urla tutta la sua paura. Lui molla la presa e si allontana. Girato l’angolo, una ventenne sente le grida e vede l’aggressore: gli va incontro, tenta di bloccarlo. Lui la prende a calci e se ne va. Passa subito dopo una pattuglia della polizia: le ragazze la fermano, spiegano cos’è accaduto, indicano agli agenti il bruto: "È quello lì". Lui tenta di fare resistenza. E viene arrestato in flagranza per violenza sessuale. Portato alla casa circondariale bolognese, ci resterà una manciata d’ore: nel pomeriggio del 7 febbraio, la pm Guidi ne dispone l’immediato rilascio. Non ravvisa la flagranza, per il magistrato non basta la testimonianza delle due giovani a supportare l’arresto. Così il ventenne viene scarcerato.

A questo punto, il questore di Bologna, Antonio Sbordone, dispone nei confronti dell’uomo l’accompagnamento in un Cpr: arriva al Corelli di Milano nel pomeriggio dell’8 febbraio. Ma anche qui resta ben poco: il tribunale di Milano non convalida infatti il provvedimento del questore. Nell’impossibilità, è il motivo, di stabilire la pericolosità sociale dell’indagato. Presupposto necessario al trattenimento del richiedente asilo nel Cpr. In sostanza, motivano dal tribunale, essendo il ventenne stato ‘sottratto’, con la decisione della pm di disporne l’immediata scarcerazione, alla convalida dell’arresto per violenza sessuale, non ci sono elementi per stabilire se sia pericoloso o no. E dunque, il 12 febbraio, il ventenne viene liberato anche dal Cpr.

Il giorno dopo, è già a Bologna, ospite di un Cas in provincia, a Malalbergo. A questo punto, con il supporto di ulteriori elementi di indagine prodotti dai poliziotti del Due Torri e della Squadra mobile, la stessa pm Guidi firma il fermo dell’indagato, per violenza sessuale. Fermo che, ieri mattina, è stato eseguito, con i poliziotti che sono andati a prelevare il giovane straniero a Malalbergo per accompagnarlo, di nuovo alla Dozza. Entro quarantott’ore il fermo dovrà essere convalidato.

Si chiude così il cerchio su una vicenda la cui eco era arrivata fino a Roma, al ministero dell’Interno, dove la sottosegretaria Wanda Ferro aveva espresso "stupore e perplessità" sul caso, mentre il senatore Alberto Balboni di Fratelli d’Italia, presidente della commissione Affari costituzionali, aveva parlato di "sconcerto", chiedendo anche l’intervento del guardasigilli Carlo Nordio.