Stoccaggio della Co2 in mare A Ravenna impianto al via nel 2024

L’anidride carbonica, spinta nelle condotte Snam, sarà raccolta nei giacimenti esauriti di gas dell’Eni

Stoccaggio della Co2 in mare  A Ravenna impianto al via nel 2024

Stoccaggio della Co2 in mare A Ravenna impianto al via nel 2024

RAVENNA

Sta per diventare realtà il primo impianto italiano, e del sud Europa, dedicato alla cattura e allo stoccaggio di Co2. Sarà avviato nei primi mesi del 2024. Ieri al Forum di Cernobbio (Como) è stato presentato lo studio del progetto realizzato da Ambrosetti in collaborazione con Eni e Snam. L’alleanza vede Snam mettere a disposizione le condotte per convogliare la Co2 in un’unica rete di raccolta per poi comprimerla e stoccarla nei giacimenti esausti di gas metano di Eni al largo di Ravenna. "Il progetto – spiega Luigi Ciarrocchi, direttore CCUS, Forestry e Agri-feedstock di Eni – consentirà nella configurazione attuale di evitare 16 milioni di tonnellate di Co2 all’anno, equivalenti al 52% del totale delle emissioni non abbattibili con altre soluzioni. La significativa capacità di stoccaggio totale dei giacimenti di Ravenna, stimata in oltre 500 milioni di tonnellate di Co2, consentirebbe con ulteriori investimenti di catturare e immagazzinare permanentemente nel sottosuolo un 30% in più delle emissioni che ho citato".

Il progetto si svilupperà in due fasi. "L’avvio della Fase 1 è previsto entro i primi mesi del 2024 – continua Ciarrocchi, con un tempo di realizzazione di poco più di un anno dalla decisione di investimento e di fatto sarà il primo dei nuovi progetti a partire in Europa. L’obiettivo è catturare e stoccare 25 mila tonnellate all’anno di Co2 emesse dalla centrale Eni di trattamento del gas di Casal Borsetti, sulla costa ravennate". In una seconda fase la Co2 potrà arrivare anche da altre fonti: "L’avvio di questa fase – spiega – è previsto entro il 2026 e avrà una capacità di stoccaggio di 4 milioni di tonnellate all’anno di CO2 al 2030 e aumenterà nelle fasi successive a 16 milioni di tonnellate all’anno con possibilità di ulteriori espansioni".

Importante l’impatto economico: "Oltre a preservare il valore aggiunto del settore ‘Hard to Abate’, consentirebbe anche lo sviluppo a livello nazionale di una nuova filiera specializzata, in grado di generare un ulteriore valore aggiunto al 2050 di 30 miliardi e opportunità di occupazione, con una media annua di 18mila addetti".

Coome spiega Stefano Venier, CEO di Snam, attorno al progetto di Ravenna si svilupperà un’infrastruttura potenzialmente in grado di attrarre anche nuovi insediamenti sul territorio italiano" e "di sostenere – commenta Valerio De Molli, Managing Partner e CEO di The European House Ambrosetti - la competitività di settori industriali che complessivamente, tra impatto diretto, indiretto e indotto, generano 62,5 miliardi di euro di valore aggiunto (pari al 3,2% del Pil italiano) con circa 1,27 milioni di posti di lavoro (pari al 5,6% dell’occupazione italiana). La diffusione della cattura e stoccaggio della Co2 favorirà la creazione di una catena del valore che consentirà di generare 1,55 miliardi di euro di valore aggiunto e 17mila posti di lavoro al 2050".