Fano, ora serve l’orgoglio. Guida: "La speranza c’è"

L’Alma deve ritrovarsi per evitare la retrocessione diretta in Eccellenza. Il presidente: "La società pretende che la squadra ci metta il carattere".

Fano, ora serve l’orgoglio. Guida: "La speranza c’è"

Fano, ora serve l’orgoglio. Guida: "La speranza c’è"

L’Alma Juventus Fano ha ripreso nel pomeriggio di ieri la preparazione in vista della delicata trasferta di Tivoli, dove i granata disputeranno un’altra fondamentale gara in chiave salvezza. L’essere scivolati al penultimo posto e quindi in zona retrocessione diretta anche a causa dei risultati degli altri campi, ha gettato l’ambiente tutto, dalla società alla piazza, in uno stato di amarezza e rabbia. Una rabbia che dovrà essere trasformata in energia positiva perché è necessario non arrendersi e tentare l’impossibile: il calcio dimostra che quando si vuole veramente qualcosa e si lotta uniti niente è impossibile. Il presidente Salvatore Guida, a mente fredda, analizza le ultime gare e ritrova quel bicchiere mezzo pieno con la speranza di potersi ancora salvare tramite i playout: "Le speranze di salvezza non sono svanite del tutto. Abbiamo ancora cinque partite da giocare con quindici punti in totale, e cercheremo sicuramente di fare del nostro meglio affinché possa essere dato un segnale importante. La sconfitta di Senigallia prima e il pareggio casalingo con l’Atletico Ascoli poi, sono arrivati in un momento chiaramente delicato nel quale anche la piazza vuole qualche risposta e qualche scossone diverso. Noi cercheremo sempre di dare il massimo al fine di poter contribuire al meglio in una eventuale salvezza. Sono state ore di riflessioni, con momenti in cui noi della dirigenza ci sentiamo di fare il massimo per questa squadra e per questa città che anche io ho imparato ad amare".

Il numero uno granata torna poi sull’umiliante sconfitta subìta a Senigallia: "Questa responsabilità che io do a tutti, perché fondalmentalmente si può perdere, questo l’ho detto anche ai tifosi quando ho chiesto scusa, ma l’umiliazione di Senigallia è stata pesante. Loro lo hanno vissuto come un derby, perché è il loro derby, e io lo sentivo come lo sentiva la città, perché sono il presidente di questa squadra. Quell’umiliazione non mi è andata ancora giù, nonostante questo è seguita la partita con l’Atletico Ascoli dalla quale mi sarei aspettato una prova diversa, prova che mi aspetto dalla prossima partita a Tivoli in poi, perché si può anche andar giù ed essere sconfitti, però servono la grinta e la dignità per dire ho combattuto fino all’ultimo secondo".

Il rammarico del pareggio con l’Atletico Ascoli non è ancora svanito: "Ci ho sperato tanto, ma le partite bisogna guadagnarsele, vincere con il sudore e con ogni arma possibile. Io pretendevo una prova di carattere, che quest’anno ci è stata per centomila problematiche, ma non per quella giusta, cioè salvarsi, ed è questa la cosa che non mi va giù, ed è questo che la società pretende: il carattere".

Lara Facchini