A rischio il centro per piccoli diabetici. L’appello dei genitori: "Salvatelo"

Mancanza di personale nel pubblico e carenze che ricadono sui cittadini, straziante l’appello delle famiglie fermane per l’eccellenza del Salesi di Ancona: "Se dovesse chiudere sarebbe un disastro".

A rischio il centro per piccoli diabetici. L’appello dei genitori: "Salvatelo"

A rischio il centro per piccoli diabetici. L’appello dei genitori: "Salvatelo"

Sono tanti, anche nel fermano, i bambini affetti da diabete 1 i cui genitori hanno trovato confortanti e utili risposte nel Centro di Diabetologia Pediatrica del Salesi di Ancona. Certo che, ad oggi, si sta occupando di circa 500 piccoli pazienti, "ma il numero sta aumentando giorno per giorno, anche nella nostra provincia – racconta uno dei tanti genitori del fermano –. Il Centro è un faro per noi, così come abbiamo trovato una sponda amica nell’Afaid Marche (associazione di Famiglie con Adolescenti e Infanti con Diabete)". Genitori che vogliono continuare ad assicurare cure dignitose ai loro bambini e scongiurare il rischio della chiusura di un servizio fondamentale. All’origine delle loro legittime e comprensibili ansie e timori c’è la solita, triste storia: manca il personale, la sanità va in sofferenza. E fa male quando le conseguenze ricadono sui pazienti più piccoli. Una situazione penalizzante che ha indotto le famiglie a decidere di scendere in piazza il 1 giugno (ore 10,30, n Piazza IV Novembre, al Passetto di Ancona) e a invitare cittadini e istituzioni a manifestare, insieme, contro la grave situazione del Centro di Diabetologia Pediatrica del Salesi. "Finché il bambino è piccolo, si tratta di gestirlo h24 – spiega il genitore –. Di giorno, si fa costantemente attenzione a quello che il bambino mangia per il rischio che vada in ipo e iperglicemia. Ma è dura anche la notte. Si sta sempre sul chi va là. Chi non vive queste situazioni le minimizza o non le comprende fino in fondo. Nel Centro del Salesi noi abbiamo trovato quel supporto e quelle risposte che, altrimenti non sapevamo dove cercare. E’ un assoluto punto di riferimento e dovesse chiudere sarebbe un disastro".

"Nonostante l’aumento costante di casi di esordio e le chiare disposizioni della legge regionale 9/2015 circa le risorse minime necessarie per la cura di questa patologia cronica – aggiunge l’Afaid – le istituzioni regionali continuano a ignorare le numerose richieste di adeguamento. Abbiamo ripetutamente denunciato la situazione alla direzione generale dell’Azienda Ospedali Riuniti di Ancona. Purtroppo, molte famiglie sono costrette a recarsi fuori regione per ottenere le cure specialistiche necessarie e un livello qualitativo di assistenza adeguato. Una condizione inaccettabile per una patologia tanto delicata".

Marisa Colibazzi