"Cantieri necessari, il commercio soffre"

Diversi esercenti del centro lamentano difficoltà, a Casette problemi analoghi per la chiusura del ponte

"Cantieri necessari, il commercio soffre"

"Cantieri necessari, il commercio soffre"

"Sappiamo che i tanti cantieri in centro storico sono inevitabili e utili per una riqualificazione generale di cui c’è bisogno, ma possibile che nessuno si preoccupi della drammatica situazione delle attività commerciali?" sono le voci di diversi operatori della ristorazione e negozianti attivi tra le antiche mura. Voci sconfortate, disilluse e scoraggiate che muovono dalla consapevolezza di dove tirare avanti per almeno un altro anno, se non due. A quelli del centro storico, fanno eco i commercianti di Casette d’Ete. Qui, gli affari hanno già risentito in maniera significativa della chiusura del ponte sull’Ete Morto per una ventina di giorni a febbraio e ora si preparano ad un’altra chiusura, stavolta da giugno ad agosto (se non settembre) per realizzare il nuovo ponte sull’Ete Morto. "Amareggia vedere che, già durante la prima chiusura, le preoccupazioni dell’amministrazione sono state per le scuole e per operai e dipendenti delle aziende. Ma in estate, il problema delle scuole non si pone e i lavoratori a fine mese lo stipendio lo prendono lo stesso. Per noi non è così. E nessuno – è la lamentela – ha speso una parola per chi ha un’attività. Il nuovo ponte va fatto e sarà una cosa buona per tutti e i disagi sono inevitabili ma possibile che nessuno ci interpelli, parli o si preoccupati di noi?". Proteste accorate che si levano da due diverse zone della città da operatori che cercano sì di essere resilienti, di stringere i denti e andare avanti "ma – dicono all’unisono - diventa sempre più difficile riuscirci". In centro storico, con i numerosi cantieri, mancano i parcheggi, "la piazza è presa d’assalto, in maniera selvaggia – dice un ristoratore – e i clienti, non riuscendo a trovare un posto, alla fine rinunciano. E’ già complicato andare avanti, ma così è anche peggio". Cosa chiedono? "Vorremmo almeno una dimostrazione di vicinanza dall’amministrazione e magari pensare insieme a una forma di ristoro, agevolazioni nel pagamento dell’occupazione del suolo pubblico (675 euro per 40mq per due mesi), della Tari o altro. Vorremmo vedere un segnale di attenzione da parte di chi ci amministra". In effetti, la possibilità di accedere a ristori per le attività (confrontando i bilanci prima e durante i cantieri) sarebbe prevista situazioni simili "ma nessuno si preoccupa di dircelo. A noi resta anche il timore di perdere clienti fidelizzati che, magari, continueranno a rivolgersi altrove e non torneranno più". Marisa Colibazzi