Di Venanzi: "Occorrono servizi pediatrici per l’area montana"

"Occorrono servizi sanitari pediatrici rivolti all’area montana". Sono le parole di Luisa Di Venanzi, presidente del ‘Comitato per la salute...

"Occorrono servizi sanitari pediatrici rivolti all’area montana". Sono le parole di Luisa Di Venanzi, presidente del ‘Comitato per la salute nei Sibillini’, che esprime alcune considerazioni in seguito ad una emergenza che è stata registrata nei giorni scorsi ad Amandola, che ha visto protagonista proprio un bambino e la sua famiglia. "Se vogliamo incrementare le nascite in zone montane – commenta Luisa Di Venanzi – non possiamo sperare solo nei piccoli incentivi in denaro. Per sostenere l’incremento demografico in zone disagiate non sono sufficienti contributi una tantum, occorre invece garantire un sicuro servizio assistenziale in loco, senza che un genitore o un nonno sia costretto a dover portare un bambino di due anni con febbre altissima (con rischio di convulsioni) a 40 o 50 chilometri (questa la distanza del presidio ospedaliero più vicino), oltretutto nel mese di gennaio con i rischi che si possono correre lungo le nostre strade, spesso ghiacciate, in questo periodo come avvenuto alcuni giorni fa proprio in Amandola. Quaranta anni fa Amandola aveva due pediatri presso l’ospedale Vittorio Emanuele II. Oggi dopo aver sopportato un sisma epico e una pandemia, Amandola e il territorio circostante non può, a distanza di quasi otto anni, ancora usufruire di un’assistenza pubblica pediatrica di emergenza. Abbiamo cattedrali in costruzione, ma senza aver mantenuto servizi sanitari pubblici ospedalieri, sevizi che, se mantenuti nel post terremoto avrebbero incoraggiato a vivere e magari spinto a mettere su famiglia in tranquillità" a.c.