‘Disegnare il futuro di Falerone’: sguardo e aiuti alla Tailandia

Il progetto 'Disegnare il futuro di Falerone' potrebbe portare a un gemellaggio con un paese della Thailandia settentrionale, per favorire lo sviluppo sociale ed economico. La collaborazione tra le due realtà punta a creare nuove opportunità di crescita e sviluppo sostenibile.

‘Disegnare il futuro  di Falerone’: sguardo  e aiuti alla Tailandia

‘Disegnare il futuro di Falerone’: sguardo e aiuti alla Tailandia

Attraverso il progetto ‘Disegnare il futuro di Falerone’, oltre all’applicazione di iniziative utili al rilancio del tessuto sociale ed economico del territorio, potrebbe partire la possibilità di un gemellaggio fra Falerone e un paese a nord della Tailandia. Ieri mattina nella sala consiliare è stato presentato il progetto ‘Disegnare il futuro di Falerone’, che vede impegnati il Comune, l’associazione Comunità di Patrimonio rappresentata da Marco Armellini, l’Università Politecnica delle Marche con il docente Antonello Alici e Nussara Intaraboonsom della Fondazione Tailandese Mae Fah Luang. Dopo il video saluto del principe Dispanadda Diskul Ceo della Fondazione, è stato Marco Armellini a spiegare l’operato della fondazione che negli anni ha lavorato al recupero di alcuni territori molto poveri a nord della Tailandia, flagellati da problemi come il marcato dell’oppio e della prostituzioni minorile, con l’intento di creare un tessuto sociale unito, nuove forme di economia e sviluppo sostenibile, iniziative che attraverso ovvie distinzioni visto che i territorio sono profondamente diversi, possono essere applicati per ottenere prospettive di crescita. "E’ la prima volta che la Fondazione avvia un progetto di collaborazione con l’Italia – spiega la ricercatrice Nussara Intaraboonsom – e ci impegneremo per i buoni esisti dell’iniziativa". Il sindaco Armando Altini e la vice Pisana Liberati, hanno sottolineato l’importanza del confronto fra culture, tanta da avanzare l’ipotesi di avviare un programma di gemellaggio. "Esistono ovvie e forti differenze fra la Tailandia e Falerone – spiega Antonello Alici – però ci sono passaggi che possono essere utili e funzionali anche qui. Falerone potrebbe divenire un laboratorio permanente per la ricostruzione post sisma. Il primo passo è creare un cambio di mentalità con la collaborazione fra la popolazione alla ricerca di un bene collettivo superiore che avvantaggi tutti".

Alessio Carassai