E’ nata ’La casa di Mauro’. Voluta da don Vinicio, accoglierà disabili psichici

Fa capo alla comunità di Capodarco e vuole dare un futuro il più possibile sereno a dodici persone. Albanesi: "Da sempre dico che ci dobbiamo prendere cura di loro" .

E’ nata ’La casa di Mauro’. Voluta da don Vinicio, accoglierà disabili psichici

E’ nata ’La casa di Mauro’. Voluta da don Vinicio, accoglierà disabili psichici

Una casa in via Indipendenza, un nome che è quasi un destino per un luogo che proprio costruisce autonomia e dignità. È dedicata proprio agli adulti in condizioni di fragilità grave e gravissima la casa di Mauro, una struttura che fa capo alla comunità di Capodarco per costruire un futuro il più possibile sereno per 12 persone disabili psichiche. C’è aria di festa a Capodarco, per un nuovo spazio residenziale fortemente voluto da don Vinicio Albanesi, lo chiedevano le famiglie delle persone accolte in comunità in regime di semiresidenzialità: "Genitori preoccupati per il futuro, col pensiero di non sapere a chi lasciare questi figli così fragili, da sempre dico che ci dobbiamo prendere cura di loro. Per arrivare a questo taglio del nastro ci sono volute tante fatiche, abbiamo dovuto trovare una casa, ristrutturare, accreditare, fare la convenzione. Non mi sono mai scoraggiato, era un dovere, li abbiamo visti crescere e col tempo e coi genitori abbiamo costituito una grande famiglia". La casa porta il nome di Mauro De Angelis, con l’Ecoelpidiense ha fatto una importante donazione alla comunità: "Abbiamo apprezzato soprattutto il pensiero, donare qualcosa di molto generoso a noi è un segnale di vicinanza, stiamo attraversando un momento di difficoltà, la Regione tiene ferme le rette dal 2012, i nostri operatori però hanno il migliore contratto possibile. Non volevo inaugurare i luoghi deserti, abbiamo già sette ospiti, ne raggiungeremo 12, oggi grande soddisfazione, qui i più fragili che hanno bisogno di una attenzione maggiore, sono persone con una grande dignità, anche chi non parla riconosce se gli vuoi bene, se lo rispetti e se collabori".

Il prefetto Edoardo D’Alascio parla di un lavoro eccezionale, di persone che si dedicano agli altri e a chi ha bisogno più degli altri: "Qui bisogna solo dire grazie, da parte di tutto il territorio, siete davvero il cuore pulsante, partecipate alle gioie e alle necessità di chi ha bisogno". Ci sono voluti sei anni per arrivare ad aprire questa nuova struttura, lo ricorda anche la direttrice sanitaria: "E’ bello vedere questo posto pieno, è stata una sfida aprire, sarà una grande sfida mantenerlo aperto e riuscire ad andare avanti. Dobbiamo curare questi ragazzi in modo che non debbano mai arrivare al pronto soccorso, serve una grande rete con i medici di base, tutti giovani che collaborano con noi, servono specialisti che la comunità ha sensibilizzato verso la grave disabilità. Crediamo in questa rete e cerchiamo di tenerla viva e alimentarla. E’ un nuovo sogno di Vinicio che vede sempre più lontano degli altri. La nostra porta è sempre aperta, serve una rete amicale di professionisti e di piccoli momenti di condivisione. Siamo volutamente al centro del paese, è una casa che ha una dimensione di vita normale". Ilaria D’Angelo, ricercatrice dell’università di Macerata, insieme con la docente Catia Giaconi, si occuperà qui di costruire un percorso di comunicazione alternativa aumentativa: "E’ importante garantire il diritto alla comunicazione anche dove sembra impossibile. Sappiamo quanta fatica facciamo quando non riusciamo a capire. Il nostro impegno sarà per costruire insieme percorsi che sposino il diritto all’autodeterminazione e condividere momenti di cura". Emozionato Francesco De Angelis, figlio di Mauro, scomparso di recente: "Mio padre ha voluto creare qualcosa che oggi possiamo condividere. Situazioni come quella di Capodarco sono un valore aggiunto enorme, mio padre era molto generoso, ci diceva sempre di guardare agli altri, oggi sarebbe stato orgoglioso e sono felice che ancora riesca a dare".

Angelica Malvatani