Ecco Fermo sotterranea "C’è tanto da raccontare ma sembra la storia non interessi a nessuno"

Acquedotti, canali, cinte murarie romane e medioevali, reperti nascosti: li racconta l’esperto speleologo fermano Massimo Spagnoli nel suo libro.

Ecco Fermo sotterranea  "C’è tanto da raccontare   ma sembra la storia  non interessi a nessuno"

Ecco Fermo sotterranea "C’è tanto da raccontare ma sembra la storia non interessi a nessuno"

Esiste Napoli sotterranea, Roma sotterranea, persino una Narni sotterranea. Anche Fermo ha tantissimo da raccontare, sotto il suolo del centro storico, ma lo sanno in pochi e soprattutto nessuno sembra interessato a valorizzare una pagina di storia grande. Fermo città millenaria svela un’altra città, quella nascosta nell’oscurità silenziosa della rupe. La particolare natura geologica del masso su cui sorge ha consentito agli abitanti di scavare nel corso di tremila anni un incredibile numero di cavità, di modellare un tessuto urbano, terrazzamenti, balconi funzionali lungo le pendici scoscese. I serpeggianti acquedotti, i canali sotterranei, le cinte murarie romane e medioevali, reperti nascosti nel sottosuolo, rivelano indiscutibilmente la forma e l’aspetto dell’antica città, così come li racconta l’esperto speleologo fermano Massimo Spagnoli nel nuovo libro ‘Mappa sotterranea della città di Fermo’. L’ennesima pubblicazione di Spagnoli completa le ricerche fatte col gruppo speleologico fermano del Cai, è un "manuale d’uso" per studiosi e appassionati, residenti e turisti, che l’autore spera che un giorno possano percorrere almeno una parte della fitta e articolata Fermo sotterranea.

"Purtroppo non c’è nessuno che abbia voglia di investire su questo tipo di turismo che potrebbe anche offrire posti di lavoro e possibilità. Qualcosa si era fatto con il sindaco Fedeli, poi con il sindaco Di Ruscio ma alla fine niente mai si è concretizzato. Altrove, penso a Rieti ad esempio, si punta su qualsiasi reperto storico, su cisterne romane infinitamente meno importanti delle nostre, noi abbiamo tanto da raccontare ma sembra che questo non interessi a nessuno". Spagnoli sottolinea che alcuni dei cunicoli, che il gruppo ha scoperto e studiato dal 1983 ad oggi, sarebbero visitabili, a piccoli gruppi, con la giusta attrezzatura, con la guida di qualcuno di preparato: "sarebbe una forma di turismo unica, ne abbiamo parlato nel 2010 con Italia nostra a Fermo ed erano arrivati esperti da tutta Italia, segno che l’attenzione per queste cose c’è eccome. Abbiamo censito non solo i cunicoli medievali e romani ma anche i pozzi in centro storico, abbiamo raggiunto scoperte archeologiche dentro siti privati che neppure i proprietari conoscevano. Davvero c’è molto da dire sulla storia di questa nostra città che nel sottosuolo si legge tutta".

Il gruppo speleologico purtroppo sta invecchiando, i giovani non si avvicinano più ad attività tanto affascinanti quanto impegnative: "E’ un vero peccato, sottolinea Spagnoli, e pensare che anche i vigili del fuoco ci chiamano per un supporto nel corso delle loro esercitazioni per interventi nei pozzi o nelle profondità del suolo. l volume, 240 pagine con numerose foto e splendidi disegni a colori dello stesso Spagnoli, stampato dalla Fast Edit di Acquaviva Picena, ha la presentazione dell’ex presidente di Italia Nostra, Elvezio Serena, l’introduzione è dello stesso autore, la postfazione è di Francesca Mercatili, direttrice dell’Archivio di Stato di Fermo. Il capitolo ‘I cunicoli, l’idraulica, la struttura ed un progetto per un tour virtuale’ è di Virginia Recanati che ha spiegato come si potrebbe viaggiare nel sottosuolo anche con l’aiuto della realtà virtuale, immergendosi nel nostro passato per scoprire da dove arriviamo.

Angelica Malvatani