Erano ubriachi, pestano un coetaneo. Condanna e multa per gli aggressori

Al primo un anno e due mesi di pena più 5.000 euro di risarcimento danni, l’altro invece aveva patteggiato nove mesi con l’impegno di rifondere la vittima: alla base della violenza soltanto uno sguardo sbagliato.

Erano ubriachi, pestano un coetaneo. Condanna e multa per gli aggressori

Erano ubriachi, pestano un coetaneo. Condanna e multa per gli aggressori

Era stato classificato come un episodio legato alla cosiddetta "movida violenta" e aveva destato molto scalpore, ma in realtà si era trattato più che altro di un’eccessiva assunzione di alcool culminata in una brutale aggressione nei confronti di un ragazzo sangiorgese da parte di due giovani di origini marocchine residenti rispettivamente a Monte San Pietrangeli e a Fermo. Il primo, al termine del processo, è stato condannato a un anno e due mesi più 5000 euro di risarcimento danni, l’altro invece aveva patteggiato una pena di nove mesi con l’impegno di risarcire i danni fisici e morali alla vittima. Entrambi erano stati chiamati a rispondere del reato di lesioni personali in concorso. L’episodio risale al maggio 2021 quando i due giovanissimi, senza una ragione, avevano colpito ripetutamente il coetaneo che non conoscevano e che avevano incontrato casualmente per strada. Sempre senza una ragione, poi, una volta atterrato, avevano continuato ad infierire sul povero malcapitato.

L’aggressione era scaturita quando il giovane di origini marocchine si era sentito guardato da un coetaneo di Porto San Giorgio incrociato casualmente per strada e improvvisamente, certamente con la testa offuscata dall’alcol, lo aveva dapprima provocato con parole per poi colpirlo improvvisamente e violentemente prima con un pugno sul volto e successivamente con altri colpi sul corpo. La vittima, una volta a terra, era stata bersagliata da altri calci inferti con forza anche da parte dell’altro ragazzo che era in compagnia dell’aggressore. Alcuni, tra i giovani che avevano assistito alla scena, erano riusciti a fermare l’autore delle violenze e il complice che si erano allontanati in fretta quando avevano sentito che era stata chiamata la polizia.

Gli agenti si erano dapprima accertati delle condizioni di salute del giovane rimasto a terra, richiedendo l’urgente intervento dei soccorsi sanitari del 118, e subito dopo avevano acquisito ogni informazione utile per risalire all’identificazione dei due aggressori. Fondamentale era stato il lavoro degli uomini della squadra mobile e la loro conoscenza di certi ambienti per dare un nome e volto agli aggressori e denunciarli per lesioni personali. Da lì il processo e l’inevitabile condanna.

Fabio Castori