"Ex Fim, preoccupati per il futuro urbanistico"

Il coordinamento delle associazioni sull’aumento di edificazione del 50%: "L’amministrazione si esprima con chiarezza su questo punto"

"Ex Fim, preoccupati per il futuro urbanistico"

"Ex Fim, preoccupati per il futuro urbanistico"

Consapevoli che ormai ogni appello a rivedere le modalità di esecuzione dei campionamenti aggiuntivi in corso sulle pareti della ‘cattedrale’ in vista del completamento della bonifica, continua a restate inascoltato, i rappresentanti del coordinamento delle associazioni spostano il focus della discussione e puntano sul futuro di quell’area strategica. Lo fanno ricordando agli amministratori "che l’ex Fim è stato un loro cavallo di battaglia in una campagna elettorale che li ha visti vincitori. Allora affermavano che sarebbe stato necessario rivedere gli insediamenti per quell’area, in contrasto con le posizioni delle amministrazioni precedenti, che avevano concesso un aumento del 50% dell’edificabilità, portandola da 22mila mq a 33mila mq. Ebbene, la città deve sapere che, con quell’aumento, quando l’intera operazione andrà a regime, nella zona è previsto un insediamento di circa 580 residenti. Inoltre, l’area sarà gravata dalla presenza di addetti e utenti del terziario e del commerciale per almeno altre 300/400 persone. E c’è da considerare la struttura ricettiva prevista con 90 camere più gli addetti". Tanto basta al coordinamento per concludere che si tratterà praticamente "di un nuovo Comune nel Comune, concentrato in un’area di 73mila mq". A ciò si aggiunga la questione parcheggi: "Il progetto attuale prevede circa 600 posti macchina. Non basterebbero neanche per i residenti e per chi, in quell’area, lavora. E non avremmo più lo ‘sfogo’ dell’area dell’ex Serafini perché inserito in un progetto di riqualificazione completamente diverso". Di qui la sollecitazione agli amministratori a preoccuparsi sì, della bonifica, ma anche a spiegare "cosa intende fare per rivedere l’insediamento attualmente previsto e tenere fede alle promesse elettorali".

E il discorso torna sempre lì: la sorte della ‘cattedrale’. Il motivo è semplice: "La proprietà continua a chiederne la demolizione e – ricorda il coordinamento - l’aumento del 50% di edificabilità concesso nel 2018, fu giustificato dall’incremento previsto dei costi della bonifica. Crediamo necessario che l’amministrazione si esprima pubblicamente e con chiarezza su questo punto, tenendo presente che la ‘cattedrale’ è vincolata e che, inizialmente, era previsto solo l’utilizzo pubblico. Non vorremmo che, anche stavolta, diventi merce di scambio e che l’ago della bilancia continui a pendere solo verso gli interessi del privato".

Marisa Colibazzi