
La Fermana esce dal campo dopo il ko con il Fossombrone
La sconfitta con il Fossombrone di domenica, per molti tifosi della Fermana sui social è il segno che ormai non c’è più nulla da fare. Scoramento nel pubblico canarino che era bene evidente anche da prima, quando il tifo organizzato è rimasto all’esterno dello stadio come avevano preannunciato alla vigilia. Scelta legittima da parte di chi non solo paga il biglietto ma ama, come il popolo canarino ha sempre dimostrato, questa maglia in maniera incondizionata. Altri hanno fatto la scelta di entrare e di esserci, sperando in una vittoria che non è arrivata ed ora è notte fonda. Considerando anche i successi di Notaresco (quinto di fila) e dell’Isernia. Restano 18 punti a disposizione e quindi la matematica ancora non disegna uno scenario irrecuperabile ma sono sette i punti da recuperare verso il terz’ultimo posto, con l’Isernia di mezzo. Considerando che finora le vittorie ottenute sono solo cinque, a fronte di 14 sconfitte dell’attacco più sterile del girone con 19 gol all’attivo, ecco che lo scenario non promette nulla di buono. Fa bene Mirko Savini a mostrare fiducia, è il suo compito dopo aver passato novanta minuti a spronare una squadra che stava provando a mettere pressione agli avversari ed è stata punita nel suo momento migliore. Ma realisticamente non si vedono grandi margini per una remuntada nella quale è giusto credere ma sulla quale è lecito essere scettici. Un finale di stagione che si muoverà su due binari, in campo e fuori. In campo con questo tentativo di rimonta verso un qualcosa di difficilissimo, passando da Sora domenica prossima. Ma fuori dal campo si gioca la partita più importante della Fermana quella della sopravvivenza e del futuro. Una ristrutturazione del debito che deve essere omologata (per la quale si attende l’annunciata, da tempo, conferenza stampa con l’avvocato Gambelli) dal tribunale e poi la pianificazione della nuova stagione. Con quale base societaria, con quali programmi e soprattutto con quali obiettivi, sia in caso di salvezza che in caso di Eccellenza.
Roberto Cruciani