"Girasoli e uva, produzione ridotta"

Il responsabile della Coldiretti Papiri fa il punto sulla stagione e la siccità che ha investito l’agricoltura

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di Alessio Carassai

La siccità degli ultimi mesi ha influito notevolmente sulle produzioni agricole del territorio, oltre alla quantità e qualità dei raccolti, in vari casi è stato necessario anticipare le raccolte proprio come sta accadendo in questi giorni per la vendemmia. I dati più significativi in questo periodo riguardano la raccolta dei girasoli, che purtroppo ha subito una sostanziosa battuta di arresto in termini di prodotto, e la vendemmia che nel nostro territorio da sempre assume un valore speciale.

"Per quanto riguarda i girasoli questo sarà un anno da dimenticare – spiega Giorgio Papiri, responsabile Coldiretti dell’entroterra fermano – la siccità degli ultimi mesi ha pesato molto. Faccio un esempio: mediamente la raccolta di girasoli per ettaro si aggira intorno ai 25 quintali, quest’anno ci stabilizziamo circa a 10 quintali per ettaro". Per la vendemmia bisogna fare un ragionamento differente.

"È vero – aggiunge – che rispetto al passato la raccolta è stata anticipata, storicamente si svolge fra settembre e ottobre, siamo all’inizio di settembre siamo già al 35%, sono stati raccolte prima le uve precoci che vengono utilizzati per fare la base di prodotti spumantizzati, mentre le uve tradizionali locali sono in attesa anche se verranno colte in anticipo. Possiamo dire che il 2022 sarà una stagione con una produzione ridotta, la siccità ha reso i grappoli meno polposi, ma la qualità sarà più che ottima. Qualche ripercussione c’è stata anche sulla produzione degli ortaggi, ma in maniera più lieve. Queste produzioni normalmente si fanno in pianura, in zone dove i canali di irrigazione hanno consentito di innaffiare regolarmente la produzione, sono, invece, andati in difficoltà quelle zone che non sono state rifornite regolarmente di acqua". La piogge degli ultimi giorni, oltre ad essere un tocca sana per tutta l’agricoltura in generale, infatti, il terreno reso secco dal caldo intenso degli ultimi mesi ha ‘sete’ di acqua. Soprattutto queste condizioni sono favorevoli in previsione della raccolta delle olive. "L’ulivo è una pianta molto particolare e autonoma – conclude Papiri – quando il caldo intenso e la siccità mettono a rischio l’esistenza stessa della pianta, l’ulivo con spirito auto conservativo lascia cadere i frutti e quindi le olive per garantirsi la sopravvivenza. Quest’anno ho notato questo fenomeno già in diversi terreni, le piogge di questi giorni però potrebbero invertire la tendenza e magari salvare la stagione".