Irruzione alla San Giovanni

Nell’accorgersi che l’ingresso di servizio della sede di contrada (di proprietà comunale, nel palazzo Montalto Nannerini) era aperto, alcuni consiglieri della San Giovanni pensavano fosse avvenuto un furto, che ci fosse stato un tentativo di scasso, tanto che sono stati allertati il priore e il vice priore. "Si è poi constatato – afferma il legale della contrada – che, all’interno della sede c’erano due tecnici, così si sono qualificati, che hanno riferito di essere stati inviati dal Comune ma che non erano riusciti ad aprire (peraltro avevano contattato alcun consiglieri per avere le chiavi ma nessuno era disponibile) e, dunque, avevano pensato bene di rompere e tagliare le protezioni poste sull’ingresso". Sono stati chiamati i carabinieri che hanno verbalizzato l’accaduto ed effettuato un sopralluogo. "Ai presenti, non è sfuggita la circostanza che questo gesto potesse inserirsi nelle pieghe del contenzioso in essere tra Contrada San Giovanni e Ente Contesa poiché, terminato il sopralluogo, i consiglieri sono stati lasciati fuori dalla sede e senza chiavi, nonostante chiedessero di poter entrare almeno per riprendere gli effetti personali rimasti dentro i locali. La segretaria del Comune con cui ho subito interloquito per chiedere spiegazioni, ci rassicurava sul fatto che le chiavi sarebbero state consegnate a distanza di una decina di minuti. Ma non è accaduto".

Del fatto è stato avvisato anche il sindaco, Alessio Pignotti: "Ha risposto di non essere a conoscenza di nulla e soprattutto di non voler prendere parte a eventuali diatribe tra contrada ed Ente Contesa anche se, è stato possibile appurare che l’ordine di apertura della sede era proprio stato autorizzato dalla commissaria della contrada, dipendente comunale e presidente dell’Ente Contesa".