La denuncia degli eredi. Amministratore di sostegno falsifica due testamenti e incassa quasi due milioni

Le indagini e le perizie grafologiche-calligrafiche hanno portato gli uomini della Guardia di Finanza a scoprire la truffa messa in piedi. Acquisito in maniera fraudolenta il patrimonio e subito reinvestito.

La denuncia degli eredi. Amministratore di sostegno falsifica due testamenti e incassa quasi due milioni

La denuncia degli eredi. Amministratore di sostegno falsifica due testamenti e incassa quasi due milioni

Avrebbe falsificato due testamenti per intascare un’eredità da un milione e ottocentomila euro. È questa l’accusa mossa dalla Guardia di Finanza nei confronti di un amministratore di sostegno di Montegranaro a seguito della denuncia presentata da un erede legittimo del defunto. Le indagini, coordinate dalla Procura di Fermo, hanno consentito di accertare, attraverso mirati approfondimenti e puntuali perizie grafologiche-calligrafiche, la falsità dei testamenti pubblicati a seguito della morte dell’assistito. In particolare, a distanza di circa un mese dal decesso dell’anziano, anche lui di Montegranaro, sottoposto ad amministrazione di sostegno a causa del suo stato vegetativo e dell’incapacità di intendere e di volere, erano stati pubblicati due testamenti a cura dello stesso amministratore di sostegno, nonché cugino del defunto. Dalla lettura dei testamenti è risultato che l’assistito aveva nominato, con il primo testamento, il suo stesso amministratore di sostegno in qualità di erede universale e con il secondo la moglie dell’amministratore, in qualità di beneficiario di una polizza vita, in sostituzione dei beneficiari precedentemente indicati nella polizza. All’interno del primo testamento, era stato espressamente indicato che la designazione ad erede universale dell’amministratore di sostegno era motivata dalla vicinanza e l’assistenza che gli aveva garantito negli ultimi anni della sua esistenza.

Mediante una specifica consulenza grafologica-calligrafica disposta dall’autorità giudiziaria su richiesta delle Fiamme Gialle, è stata appurata la falsità dei testamenti, che sarebbero stati posti in essere dall’amministratore di sostegno di proprio pugno, simulandone la redazione da parte del cugino ormai defunto. Le sottoscrizioni apposte sui due documenti olografi, perfettamente sovrapponibili, secondo quanto emerso dalla perizia disposta, potrebbero essere state riprodotte dallo stesso amministratore, per imitazione, usando a modello la firma in calce alla carta d’identità del defunto.

Una volta acquisito in maniera fraudolenta il patrimonio di 1,8 milioni di euro, apparentemente espressione delle ultime volontà del defunto, l’erede illegittimo e la sua famiglia hanno posto in essere una serie di operazioni finanziarie diversificate, investendo in titoli una parte della somma: le capillari indagini esperite dai finanzieri del Gruppo di Fermo, anche mediante accertamenti bancari, hanno consentito di identificare tutti i flussi di denaro, incamerati grazie alla condotta illecita. A seguito di un provvedimento cautelare emesso dal gip, su richiesta del pubblico ministero titolare delle indagini, il denaro presente sui conti e i valori mobiliari acquistati, sono stati sottoposti a sequestro. Il responsabile della condotta è stato denunciato alla Procura della Repubblica di Fermo per i reati falsità in testamento olografo, falsità materiale commessa dal privato e falsità materiale commessa dal pubblico ufficiale in atti pubblici, per aver falsificato un atto pubblico, avente rilevanza giuridica.

Fabio Castori