La lezione di Luciano Violante sull’Europa

Il Prof. Luciano Violante discute con studenti e professionisti sulle sfide della post democrazia e l'importanza dell'Europa come terzo polo nel mondo in evoluzione. Focus su guerre, democrazia, oligarchie digitali e soluzioni per un futuro migliore.

Voglia di politica? Sì, voglia di capire i fatti, conoscere i meccanismi, avere sguardo sul presente e sul futuro. Chi dice che i giovani se ne tengono lontani, sbaglia, perché non si può generalizzare. Nella sala Meeting de ’Il Caminetto’ il prof Luciano Violante, già magistrato e Presidente della Camera, oggi presidente della Fondazione Leonardo, intratteneva studenti e insegnanti, presidi e professionisti, sull’Europa e sulle sfide della post democrazia. Ha esordito dicendo che parlare di Europa normalmente annoia, eppure, gli equilibri del mondo sono tali che nessun paese europeo può resistere a Cina e Stati Uniti. E l’Europa è chiamata a svolgere la funzione di terzo polo. Dando uno sguardo alla situazione nel mondo, l’ex Presidente della Camera ha ricordato che attualmente le guerre in corso nel mondo sono 59, i conflitti in cui non vengono impegnati direttamente gli Stati sono 170. Nessuna potenza è in grado di prevenire o chiudere una guerra. Questa situazione significa che si stanno mettendo le basi per un nuovo ordine mondiale, che chi vince queste guerre farà parte del gruppo di nazioni in grado di condizionare il mondo. Drammatica la situazione del sistema democratico: solo il 20% della popolazione mondiale vive in democrazia. Nel 2000 le democrazie al mondo erano 83, oggi sono 24. Successivamente, Violante ha parlato delle nuove oligarchie digitali rappresentate da Microsoft, Google e Amazon che controllano il 64% del mercato cloud infrastrutturale. Il Presidente ha toccato anche i problemi dell’IA, delle nuove difficoltà nei commerci marittimi, della disintermediazione, della debolezza della classe politica, degli errori dell’Occidente. Che fare? Rilanciare i corpi intermedi, ha detto, e le comunità pensanti. La comunità pensante, ha precisato il relatore, è in grado di guardare i problemi e affrontarli. La comunità non pensante gioca invece sul rancore. Ci sono tante iniziative di questo tipo in giro per l’Italia. Il mondo è "fuori dai cardini", "spetta alle vostre generazioni rimetterlo in ordine" ha concluso l’ex magistrato. La Scuola politica continuerà il 2 marzo con il secondo appuntamento sulle Politiche sociali per una Europa più giusta e inclusiva.