La vita è uno sballo: "Cercate la bellezza anche se il bello non c’è. Ci vuole coraggio"

Più di mille e 400 alunni di terza media e delle superiori al teatro dell’Aquila per un incontro organizzato dall’associazione genitori. Storie di giovani che ce l’hanno fatta contro malattie e difficoltà.

La vita è uno sballo: "Cercate la bellezza anche se il bello non c’è. Ci vuole coraggio"

La vita è uno sballo: "Cercate la bellezza anche se il bello non c’è. Ci vuole coraggio"

Ci vuole coraggio per imparare a vivere, si capisce strada facendo come si fa a cadere e a ricominciare. C’era la storia di tre giovani coraggiosi ieri al teatro dell’Aquila, in due turni sono passati di qui più di mille e 400 alunni di terza media e delle superiori, per un appuntamento organizzato dall’associazione Genitori oggi di Montegranaro, dentro un percorso a supporto delle famiglie e degli adolescenti. A cucire le storie Anita Mancini, responsabile dell’associazione, in mezzo momenti di musica, di poesie, le parole di Fiorella Mannoia che canta il peso di ogni passo, il peso del coraggio, il fatto che non esiste azione senza conseguenza. In platea tante autorità, il vice prefetto Alessandra De Notaristefani Di Vastogirardi, la direttrice dell’ufficio scolastico regionale Donatella D’Amico, la presidente della commissione pari opportunità delle Marche Maria Lina Vitturini. Il filo conduttore della giornata è la ricerca della bellezza, anche quando di bello c’è poco. La prima storia è quella di Edoardo Giordan, medaglia d’oro alla sciabola, un ragazzo a cui il destino ha cambiato la vita: "Nel 2013, avevo vent’anni, per un errore medico, ho perso la gamba, mi hanno diagnosticato una malattia che non avevo e quando si sono accorti era troppo tardi. All’inizio è stato doloroso, un anno difficile, ero in preda a depressione, ansia, era un incognita il futuro, sognavo di fare il pilota di aerei e invece mi sono trovato in un limbo di paranoie e pensieri. Ho dovuto trovare il modo per rialzarmi da terra. Dovevo accettarmi, mi vergognavo di avere gli occhi addosso, della protesi, non accettavo quello che mi era successo".

Un incontro con un giovane rimasto solo con un braccio, senza altri arti, e tanta energia per fare comunque sport, ha cambiato la prospettiva di Edoardo: "Il difficile è stato accettarsi, poi però ho imparato ad amare quello che ho, non quello che non ho più". Toccante la storia di Michele Massa, da piccolissimo un tumore al midollo non diagnosticato lo ha portato alla paralisi dall’ombelico in giù, lo sport vissuto da protagonista è stato la soluzione, oggi è un campione di scherma, dopo essere arrivato in serie A col basket. I suoi genitori, Simona e Fabio, si sono caricati tutto il dolore del mondo sulle spalle e hanno costruito per lui una vita perfetta.

"Temevo di non piacere agli altri, di sentirmi diverso, per me il problema era la carrozzina, ci rende diversi esteticamente, è qualcosa che ci spaventava. I miei genitori mi hanno davvero cambiato la vita, sono loro che mi hanno sostenuto sempre. E poi lo sport, ho trovato persone che non notavano la carrozzina, non davano peso, notano la mia determinazione, la mia voglia di farcela, la mia paura è smettere di essere felice con me stesso". Il terzo ospite è un’attrice, Beatrice Fazi, nota al grande pubblico per il suo ruolo nella serie ’Un medico in famiglia’, da giovanissima si è ritrovata incinta, da sola, in un paese del sud dove queste storie non vengono prese bene, lei che ha dovuto scegliere una strada difficile e ritrovare la strada per ripartire: "Oggi ho paura di vivere una vita mancando il bersaglio, di rendermi conto di invecchiare, di guardarmi indietro, temo di non essere all’altezza del giudizio degli altri". Parole che gli adolescenti capiscono e vivono tutti i giorni, che colpiscono e catturano, per un messaggio preciso di speranza: la vita è sempre bella, per riempirla di significato basta metterci coraggio.

Angelica Malvatani