Leggi dell’Ue contro il cambiamento climatico, la protesta continua

Nuovi cortei di trattori sono pronti a bloccare le strade contro la politica messa in campo da Bruxelles in materia di green

Leggi dell’Ue contro il cambiamento climatico, la protesta continua

Leggi dell’Ue contro il cambiamento climatico, la protesta continua

"Protestiamo per la capacità e la biodiversità dell’agricoltura italiana". Una posizione chiara quella assunta da Giacomo Senzacqua, agricoltore di Falerone, che insieme a tanti altri colleghi della media Valtenna, sta aderendo alle numerose iniziative di protesta che si stanno svolgendo anche nelle Marche contro le misure green dell’Ue adottate per combattere il cambiamento climatico. Ieri i trattori hanno marciato a Civitanova Marche, lunedì 5 febbraio si terrà una protesta anche nel Fermano con il corteo di trattori che sia la mattino, sia al pomeriggio, partendo da Marina Palmense di Fermo, attraverserà Porto San Giorgio fino a raggiungere Porto Sant’Elpidio. "Abbiamo organizzato la protesta in pieno accordo con la Prefettura e le forze dell’ordine – commenta Giacomo Senzacqua – e hanno già aderito 100 operatori del settore. La nostra è solo una dimostrazione del malessere che si sta creando, che metterà in gravi difficoltà le nostre aziende e soprattutto impoverirà l’agricoltura italiana. Ci sono questioni che riguardano anche i contributi, argomento che deve anche questo essere affrontato, ma l’argomento principale è la Pac (Politica agricola comune) della Comunità Europea. A forza di inserire nuovi paletti, sempre più stringenti le piccole aziende vanno in difficoltà, ma soprattutto perderemo la nostra biodiversità eccellenze che rendono unico il nostro paese nel mondo". Sono molti gli argomenti messi sul piatto dagli agricoltori, che chiedono di essere ascoltati, ma soprattutto invitano la Comunità europea ad un cambio di rotta. "Tanto per fare alcuni esempio – continua Senzacqua – una cosa è coltivare un prodotto in pianura, ma la questione è totalmente differente se magari lo stesso prodotto viene coltivato in collina. Gli spazi, l’impegno e la rese sono differenti, ma oltre a presidiare il territorio, otteniamo prodotti di alta qualità. Siamo assolutamente contrari ai contributi che si prevedono per chi deciderà di non coltivare la terra, si creeranno solo danni ai territori i cui effetti si vedranno a lungo termine. Infine a noi sembra assurdo utilizzate ettari di terreno agricolo per istallare maga impianti fotovoltaici, questa non è una politica green, un terreno che resta incolto per 20 anni e magari subisce i danni anche dell’effetto ombra viene devastato".

Alessio Carassai