FABIO CASTORI
Cronaca

Minorenne adescata in chat. Giovane barista patteggia

Sui social utilizzava il nickname ’Schiavetto’. Ad accorgersi delle conversazioni la mamma di una quindicenne. Poi è scattata l’indagine della Procura.

Minorenne adescata in chat. Giovane barista patteggia

Minorenne adescata in chat. Giovane barista patteggia

Nella vita normale era un barista, ma quando si intrufolava sui social utilizzava il nickname "schiavetto" per adescare minorenni. Al termine di una complessa indagine dei carabinieri, in cui era venuta a galla la doppia vita del barista, la Procura della Repubblica di Ancona aveva chiesto il rinvio a giudizio per un 27enne della provincia di Fermo, accusato di corruzione di minorenne. Infine ieri il giovane, nel corso dell’udienza preliminare che si è tenuta davanti alla gup Francesca De Palma, ha patteggiato 11 mesi con la pena sospesa. L’imputato, difeso dall’avvocato Fiorenzo Bronzi, ha anche risarcito la vittima, una 15enne anconetana, accordandosi con una cifra ritenuta equa per quanto subito dalla minorenne. Il giovane fermano aveva adescato la ragazzina di Ancona in una chat social e le aveva inviato foto delle sue parti intime accordando anche un incontro di persona, che sarebbe dovuto avvenire al mare, per avere un po’ di intimità.

La minorenne era stata salvata dalla madre che si era accorta di uno scambio di messaggi particolari ed era riuscita a farsi poi confidare il contenuto dalla figlia. La donna aveva quindi sporto denuncia ai carabinieri e dal nickname della chat i militari dell’Arma erano risaliti al 27enne che usava come pseudonimo il nome di "schiavetto". Stando alle accuse, nelle conversazioni che i due si sono scambiati, per un breve periodo riferito all’estate del 2022, il barista sarebbe stato disposto a pagarla anche 200 euro se lei avesse accettato di vederlo, a Portonovo. Il giovane le avrebbe indicato anche una data precisa ma l’incontro tra i due non c’era mai stato. La mamma della giovane si era accorta in tempo, scorgendo quelle conversazioni scritte e intercettando anche l’appuntamento. Nella messaggistica, che la ragazzina poi aveva cancellato per vergogna dei genitori, l’imputato le aveva inviato diverse foto delle sue parti intime, anche con scritte provocatorie, alludendo a quello che avrebbero potuto fare quando si sarebbero visti, proposte chiaramente a sfondo sessuale. II 27enne si è sempre difeso affermando che non sapeva di scrivere ad una minorenne e che l’aveva avvicinata sul social solo attraverso una foto del profilo. Il 27enne ha anche spiegato che difficilmente avrebbe potuto raggiungere Portonovo in quanto non è munito di patente di guida.