"Quanti insegnamenti ci dà la storia"

‘Giornata del Ricordo’ organizzata dall’associazione ‘Casa delle Memoria’: l’orrore delle Foibe e i fatti che si ripetono

"Quanti insegnamenti ci dà la storia"

"Quanti insegnamenti ci dà la storia"

L’orrore delle Foibe e della fuga degli italiani dai territorio giuliano dalmati, sono conseguenze di un quadro storico complesso che bisogna conoscere e su cui ragionare per evitare che gli eventi ripropongano tragiche pagine di storia. In occasione della ‘Giornata del Ricordo’, l’associazione ‘Casa delle Memoria’ ieri mattina ha organizzato un incontro dal titolo ‘La storia dell’alto confine Adriatico e il centro raccolta profughi di Servigliano’, a cui hanno partecipato alcune classi dell’Itet Galilei-Carducci di Fermo, ospiti e relatori Giordano Viozzi e Paolo Giunta La Spada, rispettivamente presidente e direttore scientifico della ‘Casa delle Memoria’; e Andrea Giuseppini, ricercatore e ideatore del sito campifascisti.it. "Il Giorno del Ricordo a Servigliano è un’occasione per ricordare il prezzo pagato da tanti innocenti italiani giuliano-dalmati – racconta Paolo Giunta La Spada - per le conseguenze una guerra voluta, attuata e persa dall’Italia fascista. Il 10 febbraio 1947 il trattato di pace stabiliva le regole della fine di una guerra che non era stata iniziata dagli slavi, ma che era stata intrapresa, d’accordo con la Germania nazista, con l’occupazione iniziata nell’aprile 1941 da noi italiani. Servigliano fu abitata, nel suo Centro raccolta profughi, da decine di migliaia di italiani di cui Casa della Memoria ha ricostruito identità e testimonianze. Con un territorio plurale come era l’alto Adriatico orientale, si deve superare la visione ristretta di una singola memoria. Le singole storiografie nazionali sono spesso incapaci di ricostruire la storia in una panoramica complessiva. La Storia si racconta tutta senza omissioni in una visione transnazionale che ci permetta il confronto e la costruzione di un futuro di convivenza pacifica, libera, democratica, rispettosa di identità e diritti dei popoli. Dipende da noi tutti".

Molto interessante e densa di particolari, la ricostruzione storica offerta da Andrea Giuseppini: "La storia non inizia mai da una data specifica, ma è il flusso di avvenimenti che si collegano gli uni agli altri. Prima della cacciata degli italiani e delle Foibe, c’è stata l’occupazione dell’esercito italiano di questi territori, che seguendo le direttive militari della Circolare 3C, adottarono misure dure, fra questi i campi di prigionia che non avevano la stessa funzione di quelli nazisti, ma anche qui soprattutto per fame morirono centinaia di persone. Molte di queste testimonianze sono visitabili sul sito".

Alessio Carassai