Ravenna con Arasomwan: "Basta, usciremo dal campo"

Il presidente Matteo Rossi è stato chiarissimo: "Una cosa del genere non dovrà ripetersi mai più, il pubblico e la panchina hanno difeso Martins" .

Ravenna con Arasomwan: "Basta, usciremo dal campo"

Ravenna con Arasomwan: "Basta, usciremo dal campo"

"Se dovesse ripetersi una situazione analoga, la squadra sospenderà immediatamente la partita e farà rientro negli spogliatoi". Matteo Rossi è stato chiarissimo. Il presidente del Porto Robur Costa 2030 ha risposto con fermezza, e con una presa di posizione inequivocabile, all’episodio di razzismo capitato domenica sera al Pala de André, in occasione del match casalingo della Consar contro Grottazzolina, squadra marchigiana della provincia di Fermo, capolista nel campionato di A2. "Esprimo il grande disappunto – ha spiegato il n.1 del club ravennate – per i cori di razzismo indirizzati al nostro giocatore Martins Arasomwan. Il quale, nel corso del 4° set, dopo una battuta sbagliata, è stato bersagliato, da una parte della tifoseria avversaria, con ululati, chiaramente riferiti al verso della scimmia. Ululati che si sono sentiti in tutto il palazzetto e che hanno generato da parte della panchina e di tutto il pubblico, una reazione in difesa del giocatore". Anche i due arbitri hanno capito immediatamente cosa stesse succedendo in quel frangente, ma – benché rilevato l’accaduto e nonostante le sollecitazioni dalla panchina ravennate – non hanno inteso prendere provvedimenti a tutela del ventinovenne giocatore italo nigeriano, al 3° campionato con la maglia di Ravenna. I provvedimenti li ha presi invece il Porto Robur Costa 2030: "Ci facciamo interpreti anche del disappunto della città di Ravenna – ha aggiunto il presidente Rossi – e annunciamo che invieremo una lettera alla presidenza di Legavolley, alla presidenza federale e alla Commissione arbitrale, per esternare la nostra contrarietà. Minimizzare certi episodi, vuol dire accettarli. Se questa è la cultura che dobbiamo trasmettere ai giovani, e soprattutto a quelli che praticano il nostro sport, è evidente che non intendiamo farne parte". Nell’imminenza dei fatti, il presidente di Grottazzolina, Rossano Romiti, aveva cercato di ridimensionare l’accaduto. Poi, a mente fredda, anche lui non ha fatto sconti.

Il club marchigiano ha affidato ad un comunicato il proprio pensiero, prendendo "pubblicamente le distanze dall’episodio di razzismo avvenuto nei confronti del giocatore ravennate Arasomwan, al quale la società intende mostrare solidarietà e vicinanza. L’episodio, è sicuramente stato infelice. Le scuse della società vanno in primis al ragazzo e, per estensione, al Porto Robur Costa ed a tutto il pubblico presente". Grottazzolina, piazza storica del volley di A2, tornata lo scorso anno a calcare la seconda serie nazionale, ha da sempre accolto fra le proprie fila giocatori extracomunitari, in particolare caraibici: "Abbiamo provveduto immediatamente ad individuare i sostenitori sugli spalti responsabili del gesto, nei confronti dei quali ci riserviamo di agire nelle sedi opportune. Riteniamo altresì di difendere il nome della nostra realtà e della nostra tifoseria, affinché un gesto isolato ed infelice di due individui non finisca per infangare il nome di un intero movimento che, da oltre 50 anni, svolge attività agonistica di alto livello, e che, nella sua lunga storia, ha accolto, da atleti e da avversari, moltissimi giocatori dalla provenienza più disparata, senza che mai si sia verificato un episodio simile".